Nei giorni 20, 21 e 22 gennaio 2005 i componenti dell'Ultradive Aicon Yacht Team di Catania si recheranno in visita al relitto del sommergibile della Marina Militare Italiana "Sebastiano Veniero" affondato nell'agosto del 1925 a circa sei miglia al largo di Porto Palo (Sr). I subacquei dell'Ultradive Aicon Yacht Team saranno, dunque, i primi a rendere omaggio ai caduti del Sommergibile "Sebastiano Veniero", sul quale depositeranno una corona di fiori, in occasione dell'ottantesimo anniversario dell'affondamento causato, nel corso di un addestramento, dallo speronamento da parte della nave mercantile Capena, che costò la vita ai 48 membri dell'equipaggioi cui corpi si trovano tutt'ora all'interno del "Veniero".
Il sommergibile non è nuovo a visite da parte di subacquei, ma l'occasione dell'ottantesimo anniversario, la profondità (circa 55 metri) e le condizioni meteomarine del periodo invernale, rendono unica quanto impegnativa l'operazione dell'Ultradive Aicon Yacht Team, che verrà documentata in un videoclip che sarà presentato in anteprima sabato 12 marzo 2005 all'Acquario di Genova nel corso di una manifestazione organizzata dalla PTA Pure Tech Agency Europe, la più moderna didattica di subacquea tecnica. Contemporaneamente, nel corso dell'Eudishow, il Salone europeo delle attività subacquee, che si svolgerà alla Fiera di Genova dall'11 al 14 marzo 2005, verrà proiettato, presso lo stand della PTA Europe, il documentario in due puntate "Relitti di Sicilia", realizzato dall'Ultradive Aicon Yacht Team di Catania
Fonte:
LaSicilia.it il 14-01-2005 - Categoria:
Cronaca
Dal sito di Daniele Lorefice.....
www.danielelorefice.it
L'immersione al largo di PortoPalo al relitto del Sommergibile Veniero
E' senza dubbio l'immersione più pericolosa e difficile che abbia mai fatto. Si tratta della visita ad un relitto "Il sommergibile Veniero" della Marina Militare Italiana affondato tra la prima e la seconda guerra mondiale, il 26 agosto 1925, a causa di uno speronamento accidentale da parte del mercantile Capena.
Il Sommergibile si trova a 9 miglia dalla costa di PortoPalo di Capo Passero (SR) su un fondale sabbioso e piatto alla profondità di circa 56 metri. Bisogna preparare l'immersione il giorno prima, studiare tutte le varianti possibili, capacità bombola, consumo aria, tempo di immersione/permanenza e soprattutto tempo di decompressione e non sono ammessi errori di alcun tipo.
Si arriva sul posto tramite una imbarcazione munita di GPS. Dopo aver localizzato il posto si usa l'eco scandaglio per rilevare la sagoma del sommergibile. Una volta individuato il punto esatto ci si immerge nel blu e si scende a tutta birra, per evitare che le correnti marine modifichino le coordinate.
Arrivati a circa 30-35 metri di profondità si intravede il sommergibile, nero, lungo circa 67 metri e largo 6. A quel punto comincia l'avventura.......
In un fondale sabbioso giace in silenzio ed intatto il sommergibile, come se si fosse adagiato sul fondo tanti anni fa e addormentato con tutto il suo equipaggio. La scena è raccapricciante, si intravedono dai boccaporti aperti i resti dei corpi ormai scheletriti dei marinai ed è tutto come un tempo. Si intravedono gli indumenti, (stivali, giacche ecc.), i fucili ormai incrostati, le damigiane presumibilmente colme di vino, la strumentazione di bordo ed è tutto lì come dimenticato dal mondo. La poppa del sommergibile è ricoperta dalle reti dei pescatori che ignari della presenza dell'imbarcazione dragavano i fondali e inspiegabilmente e sistematicamente perdevano le reti, fino a quando Enzo Maiorca si immerse e scoprì il relitto.
Non sembra, ma il tempo trascorre velocemente, i minuti si accavallano, non si vorrebbe tornare in superficie, ma la prodondità è tanta e l'azoto minaccioso si accumula tra i tessuti, è ora di risalire. Dopo 20 minuti di immersione ci si avventura nella lenta e costante risalita verso la superficie da dove si intravede a stento la sagoma del sole. Non più di 10 metri al minuto, tutto procede lentamente, si guarda continuamente il manometro, il profondimetro, il computer, gli altri compagni, si regola il jacket, se non trovi il pedagno cerchi disperatamente un punto di riferimento che non c'è fino a quando si arriva ai 12 metri dove si effettua la prima tappa di decompressione di 1 minuto, si risale a 9 metri dove si effettua la seconda tappa di decompressione di 2 minuti, si risale a 6 metri dove si effettua la terza tappa di decompressione di 3 minuti ed infine si risale a 3 metri per l'ultima interminabile tappa di 27 minuti e li cominci a pensare a quei poveri marinai abbandonati per sempre nella loro tomba. Deve essere stato un attimo, un forte rumore e subito dopo una morte atroce, senza scampo .... scampati ad una guerra sanguinosa il destino ha voluto che morissero per la distrazione di un mercantile che navigava verso il loro triste destino