PORTOPALO - Sulla questione relativa all'inizio dei lavori per il porto, la Fn Progettazioni, società che ha avuto l'incarico di effettuare i lavori, rompe gli indugi e invia una lettera al Comune, ipotizzando un'azione legale qualora il blocco proseguisse ulteriormente. La lettera è stata inviata, inoltre, al presidente regionale, Capitaneria di Siracusa e assessorato regionale territorio. Si fa riferimento all'accordo di programma per la realizzazione del porto, richiamando l'art. 7 del Dpr 509/97. «Un articolo che pone limiti precisi per il rilascio della concessione demaniale. Va ricordato - scrive Franco Nobile, responsabile Fn - che la conclusione del procedimento, avvenuta il 15 aprile 2009, fu a sua volta ratificata dal Consiglio Comunale, scrivendo la parola fine al procedimento stesso perché dopo trenta giorni dalla notifica agli enti interessati nessun dissenso o impugnativa è stata posta in essere».

Nobile richiama anche il passaggio (novembre 2010) tra le parti interessate, convocate dal sindaco, in cui fu concluso l'accordo di programma per la realizzazione del porto. Accordo vigente in forza della ratifica del Consiglio Comunale del 29 novembre 2010. «Sono passati oltre trenta giorni dall'invio al Presidente della Regione, a nostro avviso superfluo, in quanto il progetto non ha introdotto variazioni agli strumenti urbanistici, convincimento peraltro condiviso dal dirigente del servizio Vas-Via. La legge consente direttamente la pubblicazione sulla Gurs dell'accordo di programma approvato. Sono trascorsi già sei mesi dalla pubblicazione del decreto di Via, che pone il termine di cinque anni per realizzare l'opera, poi si dovrà avviare una nuova procedura. Chiamiamo in causa il Comune, - aggiunge Nobile - ma le responsabilità sono degli Enti che concorrono al ritardo. C'è un progetto approvato che non può più attendere. Si richiede una risposta entro dieci giorni poi, senza ulteriore preavviso, sarà nostro diritto avviare, in tutte le sedi, i procedimenti di tutela e risarcimento necessari a garantire il nostro operato.

SERGIO TACCONE