PORTOPALO - Altro sbarco di immigrati al porto a distanza di appena due giorni dal precedente. Domenica sera sono arrivati 25 nordafricani, provenienti da vari paesi (Costa d'Avorio, Sierra Leone, Etiopia). Gli extracomunitari erano stati avvistati da una nave mercantile che aveva fatto scattare l'allerta della centrale operativa della Capitaneria di Porto di Catania. Due motovedette, la CP 832 da Siracusa e la CP 2203 da Portopalo, si sono quindi attivate per le operazioni necessarie. Il gruppo, composto di soli uomini, è stato individuato a 40 miglia a sud-est di Capo Passero. Gli immigrati sono stati trasbordati sulla motovedetta proveniente da Siracusa mentre la loro imbarcazione, una barca in legno di sei metri, è stata abbandonata, con conseguente emissione di avviso ai naviganti per la presenza di un natante alla deriva e senza persone a bordo. Ultimate le operazioni di trasferimento, la motovedetta 832 si è diretta verso le coste siracusane. Da una prima segnalazione sembrava Siracusa la meta per lo sbarco, poi invece si è optato per Portopalo. Contemporaneamente è stato attivato il dispositivo per il primo soccorso, con la presenza dei volontari della Misericordia e della Protezione Civile, del personale della Guardia Costiera e dell'Ufficio locale marittimo di Portopalo, oltre a polizia e carabinieri.
Poco prima delle ore 22 c'è stato l'attracco al porto della motovedetta con gli extracomunitari a bordo. I venticinque nordafricani sono stati sottoposti ai primi accertamenti sanitari, espletati all'interno di un'ambulanza della Misericordia. Due di loro, particolarmente provati dalla traversata in mare in condizioni non certo agevoli, mostravano chiari segnali di disidratazione. Uno accusava dei dolori al petto. Il medico ha chiesto a quel punto il supporto del 118 per predisporre il ricovero nel più vicino nosocomio per ulteriori e più specifici accertamenti. Per tutti gli altri è scattato il dispositivo di trasferimento al centro di Cassibile, attraverso un mezzo messo a disposizione dal Comune di Portopalo. Gli immigrati si esprimevano in francese. A quel punto si è resa utile la presenza di un cittadino tunisino, Giovanni, che da molti anni vive e lavora a Portopalo, che ha coadiuvato le forze dell'ordine interagendo verbalmente con i nordafricani. Giovanni (il suo vero nome in realtà è Ben Abdelamhid) da alcuni anni svolge attività di volontariato all'interno del gruppo comunale di protezione civile, con compiti di interprete. Intanto per lo sbarco di due giorni fa è stato convalidato l'arresto dello scafista di nazionalità eritrea. Il Gip Carrubba ha disposto la misura in carcere.
SERGIO TACCONE
Fonte:
LaSicilia.it il 20-06-2006 - Categoria:
Cronaca