Tornare a Portopalo dopo parecchi anni e trovarla profondamente cambiata. Per il parroco Michele Oliva, che negli anni cinquanta era il responsabile della parrocchia «San Gaetano», ritrovare il suo paese è stata una bella emozione. «Ogni volta, e non capita spesso, che torno a Portopalo - ha affermato padre Oliva - c'è sempre qualcosa di nuovo». Il prete rappresenta una parte consistente di «memoria storica» portopalese. Da qualche tempo ha recuperato vecchi documenti riguardanti quel punto oltre il quale c'è soltanto il Mar Mediterraneo. A partire da una vecchia cartolina del periodo in cui veniva inaugurato il monumento bronzeo alla Vergine Maria «Scala del Paradiso».
Di quella cartolina furono stampate circa diecimila copie che andarono tutte esaurite in appena un anno. La data di diffusione è il 1959 al fine di far conoscere ai trecento vescovi venuti a Capo Passero per l'occasione le bellezze di questa estremità sud orientale di Sicilia.
«Il museo Paolo Orsi di Siracusa - afferma Michele Oliva - si complimentò per l'iniziativa che definì molto originale». Ma cosa c'è scritto in questa cartolina. In una facciata c'è la presentazione dell'Isola di Capo Passero. «Mi chiamano perla rara - si legge - le mie origini sono preistoriche e potete notarlo dalle mie conchiglie pietrificate nella roccia. Sono stata menzionata da Omero, Virgilio e Dante. Nel nono secolo a.C. fu costruita una fortezza da una colonia di Fenici superstiti di Mozia che nel 395 a.C. fu distrutta da Dionisio. Lo studioso Paolo Orsi si innamorò di me e scrisse con entusiasmo la mia biografia. Nel 1600 fu costruito un castello dagli Aragonesi sulla vecchia e decadente fortezza e nello stesso periodo fu eretta una cappella dedicata alla Madonna del Carmine al centro dell'Isola».
Nella cartolina c'è anche un auspicio, tuttora rimasto inascoltato purtroppo, di vedere realizzato all'interno di quel castello un museo. Un «reperto documentale» da recuperare e mettere a disposizione degli appassionati di storia locale. «La Portopalo degli anni cinquanta, con le strade dissestate - sottolinea padre Oliva - resta come un'icona nei miei ricordi. Del paesino di un tempo restano solo dei flash nella mente di qualcuno. Io, per quanto mi riguarda, questo bel paese lo porto sempre con me come una perla rara».
Fonte: LaSicilia.it il 14-12-2002 - Categoria: Cronaca