PORTOPALO - (sedi) La chiusura del mercato ittico è il dramma che sta vivendo la marineria portopalese. Sono giorni di preoccupazione a Portopalo, tra pescatori e operatori che lavorano nella struttura, all'indomani del sequestro del mercato ittico. Si cercano spiegazioni e soluzioni nell'ambiente, per quello che dai pescatori stessi è stato definito "un vero e proprio disastro per la seconda marineria siciliana". "Il mercato ittico non doveva essere chiuso totalmente - afferma Corrado Nardone, un commerciante -, se è vero che le condizioni igienico-sanitarie erano allarmanti a tal punto, si poteva concordare un sequestro parziale, magari lasciando la possibilità di poter utilizzare un settore. In questo modo avrebbe potuto avere seguito l'attività di vendita, senza ledere il lavoro di astatori, commercianti ed operatori". Non ci stanno neanche alcuni pescatori che fanno parte della flotta portopalese, formata da cento pescherecci, che ha dovuto lottare, nel periodo invernale, contro l'inclemenza delle condizioni atmosferiche. "Dopo un inverno nero - afferma Corrado Signorello, comandante del motopeschereccio "Concetto padre" - il sequestro del mercato rischia di inguaiarci definitivamente. Ma la colpa è anche nostra. Non siamo stati in grado di far rispettare i nostri diritti, tanto meno nessuno è stato dalla nostra parte, nessuno ci ha aiutato.
Per tutto questo siamo stanchi". Una soluzione temporanea affinchè si potesse vendere il prodotto pescato, è stata individuata in uno stabilimento messo a disposizione da un privato, su autorizzazione del Comune di Portopalo. Il sequestro del mercato ittico, evidenziano, rappresenta solo uno dei molteplici problemi che affliggono la marineria portopalese: insabbiamento del fondale del porto, banchine semidistrutte, servizi inesistenti e chiusura del mercato stesso alla vendita al minuto. "Tutti questi problemi - continua Nardone -, hanno contribuito allo sfascio totale del porto, che sta morendo piano piano". Tante colpe di tal degrado sembrerebbero legate anche alla vendita dei prodotti riservata solo ai grossi commercianti. "Servirebbe una diversificazione del mercato - afferma il pescatore Emilio Gregori - differenziare la vendita riservata ai commercianti, ma permettere anche quella al minuto". Dello stesso parere è Corrado Signorello: "Prima il pesce che non compravano i commercianti - sottolinea -, potevamo venderlo a buon prezzo ai privati. Il divieto di questa operazione ci vede costretti a buttare ciò che non si può vendere alle grosse ditte, con la conseguente perdita di migliaia di euro di guadagno". Uno stato allarmante quello della marineria portopalese, che rischia seriamente di scomparire in maniera definitiva mandando sul lastrico 500 famiglie.
Sebastiano Diamante
Fonte:
GDS.it il 06-06-2005 - Categoria:
Cronaca