Riprende dopodomani a Siracusa, dopo la pausa estiva, il processo per il naufragio del Natale '96 a 19 miglia a largo di Portopalo di Capo Passero. Nell'ultima udienza del luglio scorso la Corte d'Assise (presidente, Romualdo Benanti, a latere, Giuseppe Artino Innaria). Ha sentito il dirigente della polizia marittima di Reggio Calabria, Castrense Militello, e l'ispettore capo della scientifica, Salvatore Gagliano. Rispondendo alle domande del pubblico ministero, Paola Vallario, sono state ricostruite le fasi delle indagini dopo l'arrivo della motonave "Yohan" a Reggio Calabria e in seguito ad indagini avviate dal funzionario della polizia marittima che si era recato personalmente in Grecia dove aveva sentito anche il padre di una delle 283 vittime del naufragio di Natale. Intanto la vicenda continua ad avere una vasta eco in ambito culturale. Tra pochi giorni uscirà il libro dell'inviato di "Repubblica", Giovanni Maria Bellu, intitolato "I fantasmi di Portopalo" (edito dalla Mondadori) ed incentrato su quella tragedia.
Nel giugno del 2001 un'inchiesta del quotidiano romano, condotta proprio da Bellu, consentì l'individuazione del relitto del barcone maltese adagiatosi su un fondale di poco superiore ai 100 metri. Non va tralasciato infine l'allestimento di uno spettacolo teatrale, "La nave fantasma", su testi di Bellu e Renato Sarti (quest'ultimo ha curato anche la regia). L'interrogativo è uno: si saranno ricordati gli autori dei silenzi dell'esecutivo allora in carica (siamo alla fine del '96) nonostante un dettagliato dossier consegnato da Dino Frisullo all'inizio del '98 a due sottosegretari del governo Prodi?
Sergio Taccone
Fonte:
LaSicilia.it il 05-10-2004 - Categoria:
Cronaca
Ieri (6 ottobre) il "Maurizio Costanzo Show" ha dedicato gran parte della puntata al "naufragio del Natale 1996" che costò la vita a 283 migranti asiatici a largo di Portopalo di Capo Passero. Ospite in studio l'inviato di “Repubblica”, Giovanni Maria Bellu, che nel giugno del 2001 trovò il relitto a 19 miglia da Portopalo. Purtroppo dalla trasmissione di ieri è emersa soltanto una parte della verità su quel naufragio. Sui silenzi del governo allora in carica (siamo a fine del ’96), sul grande attivismo del pacifista Dino Frisullo (recentemente scomparso), che all’inizio del ’98 consegnò a due sottosegretari del governo Prodi (Sinisi e Toia) un ampio e dettagliato dossier (che riportava nomi, cognomi, complici, riferimenti geografici e diramazioni delle organizzazioni criminali relativi alla tragedia di Natale e tutti coloro che facevano affari d’oro con l’immigrazione clandestina in quegli anni) nessun riferimento. No, di questo in trasmissione non si è sentito alcunché. Invece su Portopalo di Capo Passero, piccolo paesino in provincia di Siracusa, è piovuto ogni genere di accusa: omertà, persino mafia quando il giornalista di Repubblica ha sottolineato che il mercato ittico è in mano alla criminalità organizzata. Si ignora il vaso di ferro (i documentati silenzi del governo ulivista) per dare addosso a quello di coccio (i pescatori di Portopalo). Solita tecnica. Ma la cosa più grave il giornalista Bellu l’ha proferita parlando dei due disegni di legge presentati al Senato per la costruzione di un monumento in memoria dei naufraghi nel Mediterraneo. Bellu, infatti, facendo riferimento al disegno di legge di “centro-destra”, ha parlato con sufficienza, quasi con dileggio, del ricordo dei morti di un sommergibile italiano, il “Sebastiano Veniero”. Quei militari trovarono la morte non in tempo di guerra, ma di pace: il 25 agosto del 1925, durante una banale esercitazione ed in seguito ad una collisione con una nave mercantile. Lo specchio acqueo era pressoché identico a quello in cui morirono i 283 asiatici del naufragio di Natale: quello a largo di Portopalo di Capo Passero. Ed allora c'è da chiedersi: perché ricordare solo alcuni morti e non altri? Esiste una scala di valori dinanzi a tragedie del mare che hanno strappato alla vita tanti esseri umani? I morti del Veniero sono stati dimenticati per decenni, il relitto giace infatti da quasi ottanta anni nei fondali del Mediterraneo. Morti come topi in gabbia. La stessa fine che sarebbe toccata nel 2000 all'equipaggio russo del "Kursk". Tra le vittime del Veniero c'era il fuochista Vittorio Bovolenta di vent'anni. Al direttore di macchina, il livornese Alberto Launaro, la sorte che gli era stata benevola nella prima guerra mondiale, voltò le spalle, sprofondandolo in pace nel buio di una notte d'estate a 7 miglia dalla terraferma. E allora, che si faccia questo monumento in ricordo di tutte le vittime nel Mediterraneo, migranti e non. Perché tutti siamo uguali davanti alla morte. Altrimenti si ha l’impressione che qualcuno voglia fare il monumento ad uno scoop giornalistico.
Questa lettera è stata inviata nel lontano 2001. Subito dopo pochi mesi che era stato fatto lo scoop giornalistico da Parte de "La Repubblica". La lettera venne pubblicata anche nel sito della Signora Amenta di Noto per qualche tempo. E il giorno stesso che era stata "cancellata": ricevetti una e.mail di un certo Gaetano con (e.mail eclipse@virgilio.it)
Ora a distanza di tempo, caro professore, so perfettamente chi è che si celava dietro questa "eclipse" che mi "rimproverava" di fare i siti da "Mulino Bianco".
E che Lui a Portopalo ci sarebbe rimasto!
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LA LETTERA E LA PROPOSTA!!!!
Antefatto: che conosciamo tutti. Il Naufragio,le dicerie, la verità.
FATE QUALCOSA: NAUFRAFIO 96/ISTITUZIONI
Il naufragio della motonave, con l'annegamento di ben 283 persone è una delle tragedie piu' tristi che questo tratto di mare ricordi.
E comunque le grandi perdite di vite umane, che si sono registrate nella storia,in zona, sono legate a fatti di guerra o ad operazioni ad essa connesse.
No, qui, siamo di fronte ad una grande tragedia civile internazionale che inesorabilmente ha una ricaduta non tanto accettabile in tutta l'area geografica.
Che coinvolge: La Repubblica di Malta, tanto quanto lo Stato Italiano.
E dalla storia emerge, con la massima evidenza, che molti sapevano, del naufragio, ma nessuno parlava.
I primi a scoprire cosa poteva essere successo,naturalmente, sono stati i pescatori. Di Portopalo, ma anche di Malta.
Ma, essendo in acque internazionali è trovandosi davanti alla macabra scoperta:
hanno pensato che il problema l'avrebbe dovuto risolvere qualcun'altro.
Magari fidando del fatto che i cadaveri si trovavano in una zona di transito e che altri avrebbero sicuramente lanciato l'allarme.
Ma,come sappiamo, non è andata cosi.
Nessuno a lanciato l'allarme. Poi, il tempo e le onde hanno cancellato ogni traccia di quel naufragio.
Solo la bontà e la corretezza etico-morale di Salvatore Lupo, Capitano,di fatto, ha permesso alle autorità italiane di potere fare luce su tutta la vicenda.
La quale, parte dalla encomiabile iniziativa de "La Repubblica" e del suo (ottimo) giornalista Gianmaria Bellu. Fin qui i fatti.
Ora il naufragio è diventato speculazione. Un filmato del naufragio è stato presentato ad una mostra in Germania a Kassel. Ma cosa c'è da mostrare? Dov'è l'arte?
Tutto questo è negativo per la nostra Nazione. Tutto questo è negativo per la nostra Regione. Tutto cio' è negativo per la Nostra Provincia e per il Comune di Portopalo di C.P..
Per questo,a suo tempo, non appena saputo dei fatti sui giornali, anche attraverso internet, ho pensato che dovevo fare qualcosa.
Prima di tutto ho telefonato a Salvatore Lupo per ringraziarlo per quello che aveva fatto.
E che il suo gesto, aveva ed ha un grande significato civile e morale.
Il giorno dopo, ho scritto una e.mail al Presidente della Provincia Bruno Marziano e all'Assessore Paolo Giansiracusa, che conosco personalmente, esponendogli le preoccupazioni di un effetto negativo di immagine su tutta la Provincia Regionale.
Successivamente ho spiegato, Loro, una mia vecchia idea.
Cioè quella di riaccendere in forma commemorativa solenne un Fano a Torrefano. Sulla vecchia Torre.
Che per secoli, è stato luogo fisico della terza punta della Sicilia.(Promontorio Pachino)
Pertanto proposi di realizzare alla Provincia: una manifestazione a cadenza annuale, commemorativa di tutte le tragedie del mare.
Che prevedesse l'accensione di un Fano commemorativo in contrada Torrefano di Pachino.
Le strutture di supporto e l'altezze del livello del fuoco andrebbero realizzate con strutture metalliche a parte.
E l'attuale struttura della Torre non dovrebbe essere minimamente interessata.
L'evento dovrebbe e potrebbe assumere una duplice significato: il primo, quello della rievocazione storica del Fano come guida e protezione dei naviganti; Il secondo quello commemorativo a ricordo di tutti gli uomini e donne che nel canale di Sicilia hanno perso la vita.
La manifestazione si dovrebbe svolgere in una notte senza Luna.
L'estate scorsa, a Marzamemi, ho incontrato il Presidente della Provincia che mi ha detto che quella proposta era in istruttoria.
Non so a che cosa si riferiva. Perchè, a distanza di piu' di un anno, non ho saputo nulla.
Niente è stato fatto, che io sappia, in riferimento a questa tragedia da parte delle istituzioni Provinciali e locali.
Pertanto, rinnovo l'invito, alla Provincia Regionale di Siracusa e a tutti i Comuni della zona Sud:
fate qualcosa che riscatti il ricordo di queste persone.
Ma, sopratutto,alle istituzioni statali: fate qualcosa per il monitoraggio delle coste in preda alle scorribande dei pirati che dettano legge nel Canale di Sicilia.
Rosario Spinello Architetto