MARZAMEMI - Molto probabilmente le alghe di contrada Spinazza e della Balata di Marzamemi saranno usate in agricoltura. Come ogni anno in questo periodo gli amministratori provinciali e quelli locali stanno lavorando in vista della stagione estiva. Uno dei punti più discussi e problematici è la gestione delle alghe portate a riva dal mare e che invadono alcune coste del pachinese tra cui una delle più grandi e cioè la Spinazza. I problemi maggiori non sono rappresentati soltanto dalla pulitura dell'arenile con mezzi meccanici, ma anche dall'impiego delle alghe raccolte che vengono portate a riva in grande abbondanza a causa di una secca che si trova proprio di fronte al golfo della contrada. Una valida proposta, avanzata già negli anni scorsi ma che solo oggi viene concretamente vagliata dagli amministratori, è quella di Pasquale Aliffi, esponente del Comitato cittadini pro Marzamemi, di usare la posidonia oceanica (nome scientifico delle alghe) come fertilizzante naturale in agricoltura. "Si parla tanto della possibile nocività degli agenti chimici usati nelle coltivazioni in serra. Le alghe potrebbero essere una valida alternativa del tutto naturale ai fertilizzanti, ed il loro uso gratuito allevierebbe anche i costi dello stoccaggio in discarica di prodotti che non sono altro che delle piante marine". La proposta di Aliffi è apparsa tutt'altro che peregrina, anche se in passato ha incontrato delle perplessità. In occasione di un tavolo tecnico organizzato dallo stesso Aliffi, l'avvocato Crosta, intervenuto in vece di Cuffaro, aveva evidenziato come le alghe spiaggiate erano da considerarsi rifiuti e pertanto andavano smaltiti in discarica. Nel contempo però veniva evidenziata la possibilità che potessero essere utilizzate come un "compost" fertilizzante. "Sfruttando questa possibilità, -dice Aliffi- il sindaco Barone, su mia sollecitazione, ha nuovamente prospettato al funzionario regionale la possibilità di un utilizzo del materiale naturale raccolto da parte di alcune aziende agricole.
A tal proposito, -continua Aliffi- si sta provvedendo a stilare una lettera da inviare a tutte le cooperative agricole che operano sul territorio, per accertare la disponibilità ad usare questo tipo di fertilizzante naturale e, tra l'altro, gratuito. Pare inoltre che delle aziende agricole si siano già dette disponibili a tal proposito, ed abbiano la possibilità di riceverne quantitativi non indifferenti che, dopo opportuni trattamenti con accorgimenti del tutto minimi, si adatterebbero perfettamente all'impiego agricolo". A tal fine è stato chiesto ai laboratori dell'Università di Catania di analizzare il composto naturale spiaggiato ed appurarne la capacità non inquinante. D'accordo a questa soluzione sarebbe anche l'assessore provinciale Bandiera che in questi giorni sta preparando gli appalti per le pulizie delle coste e che sarebbe rimasto affascinato dalla possibilità di recuperare e riutilizzare le alghe risparmiando sui costi di stoccaggio. "Sono stato a tal proposito sentito dall'assessore provinciale, -ha sottolineato Aliffi- che ha apprezzato molto la mia idea, ed a questo punto sembra ormai certo che le alghe spiaggiate non saranno sotterrate in loco così come è avvenuto in passato. Tale soluzione infatti non è ritenuta idonea per una perfetta pulitura e fruizione della spiaggia". Altro e non indifferente vantaggio di un simile smaltimento, verrebbe dal fatto che durante i fine settimana le discariche sono chiuse. L'obbligo di portare in queste strutture le quantità di residui marini comporterebbe quindi che durante i week-end la posidonia oceanica dovrebbe essere accumulata ai bordi della spiaggia in attesa di essere trasportata, alla riapertura, nei luoghi appositi. La formazione di grandi cumuli di alghe, durante le giornate estive in cui la temperatura in riva al mare supera ampiamente i 40 gradi, comporterebbe, oltre che un pessimo decoro dell'ambiente circostante, anche odori poco gradevoli e fastidiosi insetti che si svilupperebbero naturalmente.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 12-03-2004 - Categoria:
Cronaca