«Pressioni per scioperare? Sporgete subito denuncia»

«Pressioni per scioperare? Sporgete subito denuncia» PACHINO - Riunione del settore commercio giovedì sera all'antico Palmento Rudinì. Organizzata dall'Amministrazione comunale e dal consigliere comunale Patrizia Tossani per discutere sui problemi del settore, l'incontro si è trasformato in un approfondimento della serrata che ha coinvolto gli esercenti durante le manifestazioni organizzate dal movimento Forza d'Urto e da quello dei Forconi.
A esordire è stato il sindaco di Pachino Paolo Bonaiuto che ha ribadito la propria solidarietà alle categorie in stato d'agitazione, soffermandosi sulle contestazioni mosse da un gruppo di manifestanti ai suoi danni. «La mia solidarietà rimane immutata - ha affermato Bonaiuto -, ma mi spieghi chi mi ha contestato cosa può fare un sindaco di una città di 24 mila abitanti contro l'esorbitante aumento dei carburanti o contro l'andamento dei mercati dell'ortofrutta influenzati dalle politiche comunitarie...». Poi la discussione si è incentrata sul fenomeno delle saracinesche abbassate dei negozianti durante la manifestazione e sulle presunte pressioni per fare aderire gli esercenti allo sciopero. Si sarebbe trattato di pressioni non violente, ma certamente «convicenti». A questo proposito è intervenuto il dirigente del commissariato di Polizia, Giancarlo Consoli, che ha esplicitamente invitato chi avesse subito pressioni a sporgere una circostanziata denuncia, in maniera da consentire alle autorità di intervenire con decisione.

Esplicite le parole del presidente del Ce.Na.Co (Centro commerciale naturale) e vicepresidente dell'Apac (Associazione pachinese anticrimine), Franco Lao: «Gli episodi che si sono verificati - ha affermato Lao - sono sintomo di una debolezza della categoria la cui associazione va riattivata e rinvigorita. Il comitato che ha organizzato lo sciopero non mi ha contattato né come esponente dell'Apac né come presidente del Ce.Na.Co. Condividiamo le ragioni delle proteste, ma avremmo preferito valutarle liberamente, in modo da aderirvi con maggiore determinazione. Se ci saranno nuove iniziative, vorremmo conoscerle prima per valutarle come categoria».
Tra i commercianti tuttavia, non manca chi difende lo sciopero non solo perché ne condivide le motivazioni, ma anche perché è ben consapevole che, morendo il settore agricolo, morirebbe anche il commercio. E nega di avere subito qualsiasi forma di intimidazione o di essere stato forzato nella decisione di abbassare le saracinesche.
A prendere la parola è stato poi Andrea Dilorenzo che ha lamentato una scarsa pianificazione delle attività commerciali in città con un rischio liberalizzazioni che si è già concretizzato. «Abbiamo chiuso per solidarizzare con gli agricoltori - ha affermato -, ma anche noi abbiamo bisogno di una forma di solidarietà da parte delle altre categorie». L'associazione commercianti ha deciso di indire un nuovo incontro dandone, peraltro, una maggiore informazione visto l'esiguità del numero dei presenti.

Sa.Mar.
Fonte: LaSicilia.it il 21-01-2012 - Categoria: Cronaca

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