Sono i produttori, oltreché i consumatori, l'anello debole della catena commerciale. Ingiustamente messa sulla stessa bilancia dei rivenditori, di fronte al caro prezzi, la categoria rivendica l'assoluta mancanza di responsabilità sul fenomeno dei rincari e richiede una legge che evidenzi, e metta a confronto, il prezzo del prodotto al momento dell'acquisto e al momento della rivendita. Ad evidenziare rilevanti discrepanze, tra i due prezziari adottati da produttori e rivenditori, è il presidente della Coldiretti provinciale Nino Gozzo. «I produttori nel ribadire l'assoluta trasparenza dei prezzi applicati - dice Gozzo - sono pronti a fornire alle autorità competenti, anche giornalmente, tutti i prezzi praticati sul territorio». Gozzo rileva altresì che la categoria è disponibile a collaborare anche con le aziende di mediazione, i commissionari dei mercati e i commercianti. «Se, nella filiera, c'è qualcuno che ha problemi ad adottare questo provvedimento - afferma ancora il presidente della Coldiretti provinciale - che lo dica, i produttori, sono certo, non troveranno nulla da eccepire». E d'altra parte, secondo una ricerca della stessa associazione di categoria, a parlare sono le cifre.
A fronte di un guadagno risibile sui maggiori prodotti ortofrutticoli da parte dei produttori, che sono peraltro i più esposti ai sempre più frequenti capricci della natura, si registra un prezzo, nella vendita al dettaglio, raddoppiato o addirittura triplicato. «Qualcosa non torna - conclude Gozzo - e noi vogliamo solo che questo incremento venga evidenziato, in modo inequivocabile, nel prezzo di vendita finale»». La Coldiretti elabora una piccola scheda dei prodotti ortofrutticoli attualmente più smerciati. L'uva da tavola, che viene rivenduta dal produttore siracusano a 0.40 euro, costa fino a 2.50, gli agrumi partono da 0.30 per arrivare a 2 euro, l'insalata ha un prezzo all'origine che oscilla fra i 0.10 e i 0.15 ma viene acquistata a non meno di un euro. Ci sono poi gli esempi più eclatanti. Il pomodorino di Pachino da 0.80 euro può arrivare a costarne, sui banchi del supermercato, anche 4, così come il fagiolino che da 0.60 raggiunge i 3 euro.
G.Am.
Fonte:
LaSicilia.it il 09-10-2003 - Categoria:
Economia
Che fare????
Sembra abbastanza scontato che l'ulteriore passo strategico delle "produzioni locali" dovrebbe essere quello di raggiungere direttamente i mercati e i consumatori con un ciclo integrato di commercializzazione e trasporto delle merci prodotte. Internet potrebbe dare una mano significativa ed importante in questa strategia. Ma la estrema,palese, frazione delle "componenti" delle "produzioni locali" non ha ancora fatto sua la strategia che per "vincere" bisogna stare,comunque, molto uniti. E realizzare uffici unici per la commercializzazione che siano in grado di relazionare e interagire con la grande rete di distribuzione europea e nazionale. Coop,Conad,Esselunga,ecc.ece.ecc.
Saluti.... Cordiali.... Spiros.