L'intera delegazione italo-maltese del progetto Simbiotic difende a spada tratta il programma di riqualificazione e salvaguardia del pantano Ponterio. L'area comunemente conosciuta come Punto Rio e oggetto di un programma di studio e di fruizione grazie a finanziamenti di natura comunitaria. Ieri mattina lo staff quasi al completo ha voluto spiegare ancora una volta gli obiettivi del progetto che dovrà concludersi a settembre di quast'anno ma che, a causa delle lungaggini burocratiche e allo scrupolo usato nell'attuazione delle procedure è ancora nella fase di avvio su territorio italiano. «Proprio per la meticolosità con cui è stato seguito il rispetto delle procedure, - ha affermato l'assessore Patrizia Tossani - i ritardi si sono accumulati. Tuttavia è già stata espletata la gara di appalto per cui la prossima settima si potranno concordare con la ditta gli interventi da fare e poi potranno essere iniziati i lavori».
I partner dell'Università di Catania hanno poi sottolineato come la tipologia di studio che si sta facendo sulla zona umida individuata va oltre la semplice bonifica di un territorio.
Quello che viene approfondito infatti è il legame biologico tra due territori transfrontalieri quali l'Italia e Malta. Nell'isola dei Cavalieri peraltro, la valorizzazione ed il recupero delle aree è già in una fase avanzata. Ma i responsabili del progetto Simbiotic hanno voluto anche puntare l'attenzione sull'inchiesta di natura giudiziaria che ha portato all'acquisizione, da parte degli organi inquirenti, dell'incartamento relativo al progetto stesso. Un'inchiesta ingiustificata, secondo i responsabili, «nata per l'invidia di qualcuno e frutto di inesattezze e di scarse conoscenze, poiché le aree protette sono imposte dalla Comunità europea ed i territori sono soggetti a vincoli voluti dall'Europa». Nessuno degli organizzatori, tuttavia sembra essere a conoscenza del provvedimento numero 150 del 2007 del Tar di Catania con cui le cartografie delle aree inserite nella rete Natura 2000 e la vigenza delle zone Sic (siti di interesse comunitario) e Zps (zone a protezione speciale) vennero sospese. Peraltro, l'azione giudiziaria accolta dal Tar che non si è ancora pronunciato nel merito, fu iniziata proprio dal comune di Pachino, e il Tar sospese la vigenza delle cartografie su tutto il territorio comunale. È su questo che l'inchiesta sembra puntare, ossia sul fatto di avere beneficiato di fondi comunitari per un progetto che va attuato esclusivamente su zone Sic e Zps che a Pachino sono sospese. Chiarito poi che dell'intero finanziamento solo 200 mila euro sono i fondi assegnati al programma in corso.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 23-03-2013 - Categoria:
Ambiente