Il movimento cooperativo nazionale ha presentato unitariamente, nel corso di una audizione presso la Commissione Pesca del Parlamento europeo, un pacchetto di proposte volte a fronteggiare l'emergenza gasolio. Le proposte, illustrate da Ettore Ianì, presidente Lega Pesca, si articolano in cinque punti. Di fronte alla crisi, ormai strutturale, l'obiettivo di garantire una sufficiente redditività alle imprese non può essere perseguito con il ricorso agli strumenti ordinari, e del tutto insufficienti, del Fondo Europeo Pesca (FEP) o del «de minimis», misura interamente a carico degli Stati membri. «E' necessario mettere in campo una politica di intervento innovativa, - si legge in un comunicato di Lega Pesca - in grado di sostenere il trapasso dell'impresa ittica verso nuovo modelli gestionali e imprenditoriali».
Il programma della cooperazione italiana per avviare e sostenere i processi di ristrutturazione delle imprese ittiche prevede, tra le altre cose, la rivisitazione della normativa europea relativa al salvataggio e ristrutturazione dell' imprese in difficoltà e agli aiuti di Stato nel settore ittico. Secondo il movimento cooperativo occorrerà introdurre le necessarie modifiche per le esigenze del settore: l'autorizzazione ad un regime Iva agevolato per i prodotti ittici, in linea con la generale revisione dei regimi agevolati in corso a livello comunitario, la rivisitazione del fermo temporaneo, per prolungare e diversificare i tempi di attuazione, modificando i criteri di erogazione del premio, oggi limitato agli imbarcati. Sul fronte del caro-gasolio, invece, tutto rimane drammaticamente fermo. Il livello del costo del carburante per le imbarcazioni ha toccato i 62 centesimi di euro al litro. Cifre che, secondo gli esperti del settore, potrebbero ulteriormente salire. «Il comparto sta morendo soffocato da un costo per l'acquisto del gasolio sempre più elevato. – afferma Michele Taccone, assessore alla pesca di Portopalo – Urgono provvedimenti immediati poiché la situazione è veramente molto critica. Rilevo, inoltre, l'assenza di qualsiasi misura nel decreto milleproroghe esitato dal governo Prodi che ha scelto di ignorare ancora una volta i segnali di un settore prossimo al tracollo».
L.S.
Fonte:
LaSicilia.it il 01-03-2008 - Categoria:
Politica