La protesta si allarga, cerca nuove strade, chiede maggiore attenzione: uno striscione contro le trivellazioni lungo la valle del Tellaro da ieri giganteggia anche sullo Stretto di Messina. E' ancora una volta Legambiente a mettere a fuoco la delicata problematica, mettendosi in prima linea e portando la protesta al di là dei confini di questo territorio scelto dalla società petrolifera texana per la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi. Circa un mese fa la Provincia di Siracusa, i rappresentanti dei Comuni di Noto, Rosolini, Pachino, i responsabili della Soprintendenza ai beni culturali e dell'Apt hanno scelto di fare fronte comune per contrapporsi alle scelte del governo regionale. Contestata la concessione di autorizzazioni in un'area che si presenta omogenea dal punto di vista archeologico, ambientale, storico-artistico. Lo stesso disciplinare di concessione, secondo molti, non dà nessuna garanzia formale contro un'eventuale stravolgimento dell'assetto di un territorio che nello sviluppo di turismo sostenibile ed ecocompatibile vede ragionevolmente il proprio futuro. La scelta di potenziare una produzione agricola di qualità, dall'ortofrutta al settore vitivinicolo, di investire sui beni culturali, sulla valorizzazione di un patrimonio ambientale ancora quasi del tutto intatto, rendendolo produttivo attraverso i progetti, gli investimenti di una nuova imprenditorialità locale, è da tempo la strada additata. E' già realtà per i molti che in questi progetti hanno creduto ed investito.
Le rassicurazioni del sindaco Accardo sugli eventuali rischi non hanno impedito che nascesse un comitato spontaneo che chiede la revoca delle concessioni e che la protesta si allungasse fino allo Stretto. Fanno parte del comitato associazioni, imprenditori, operatori turistici, semplici cittadini. Ritorna il pensiero ai tempi in cui si voleva installare una raffineria a Vendicari. Era il 1971. I 30 anni e passa impiegati a ringraziare per lo scongiurato pericolo e a sostenere con determinazione la salvaguardia ambientale non possono ora rischiare di andare perduti. Seguire una linea intransigente, porre un netto rifiuto alle ricerche di idrocarburi liquidi e gassosi non significa oggi non essere favorevoli al progresso ma solo scegliere. Scegliere quale tipo di benessere e modello di sviluppo perseguire. E mettersi al sicuro dagli ingannevoli miti di una prosperità industriale vagheggiata.
Cettina Raudino
Fonte:
LaSicilia.it il 13-03-2005 - Categoria:
Cronaca