PORTOPALO - «In quel posto spesso ci abbiamo lasciato le reti. Non sapevamo cosa ci fosse lì in fondo, fino a quando qualcuno ha cominciato a parlare di un sommergibile». Carmelo Burgaretta ha sessant'anni. Una vita passata in mare e per il mare. Pescatore, oggi vive di ricordi, come quello legato al mistero del «Sebastiano Veniero». «Quel sommergibile io non l'ho mai visto, però mi ricordo che c'era una donna che ogni anno veniva all'isola e buttava in mare una corona di fiori. Era una bellissima donna, anziana. L'ho vista per dieci anni, poi non si è più venuta. Chiedendo in giro, un giorno abbiamo scoperto che era la moglie del comandante del sommergibile». E ogni anno, per il giorno dei morti, si ripeteva questo rito...
«So che alcuni sommozzatori sono scesi a vedere il sommergibile, è adagiato sul fondo. Mio padre e i vecchi pescatori ne hanno sempre parlato. A quei tempi si pescava a strascico, ma non come adesso che "i valanze" sono assai. Allora ce n'erano due, tre. Spesso le reti rimanevano impigliate sul fondo e i pescatori, tornando, raccontavano di averle perdute sul sommergibile».
I giovani, oggi, cosa sanno del sommergibile? «Niente. A loro interessano solo il lavoro e il divertimento. Il lavoro a mare oggi è impraticabile. Lo posso dire tranquillamente, il governo non ci aiuta, e i giovani sono abbandonati. Un pescatore che va a mare deve fare tutto da solo. Non sono tutte rose e fiori, devi portare a casa i soldi e li puoi prendere solo con il lavoro amare, altrimenti niente. Ecco perché piano piano tutti stanno abbandonando la pesca. Io ho girato il mondo. Adesso è impossibile anche imbarcarsi, oggi ci sono i coreani, i filippini, gli indiani. L'unico mezzo per portare i soldi a casa è rubare o vendere droga». Ma ci dica, è vero che i marinai hanno una donna in ogni porto? «Fissarie su'! Le donne non si trovano così facilmente. Si trovano pagandole. Adesso il mondo è cambiato, sono le donne che cercano gli uomini». Altri tempi quelli del signor Burgaretta. Ricordi intrisi di acqua e sale. Di porti di mare.
Le. lod.
Fonte:
LaSicilia.it il 09-02-2005 - Categoria:
Cultura e spettacolo