PACHINO - «Il presidente del Consiglio comunale, Andrea Rabito, nonostante l'ordinanza del Cga, non avrebbe dovuto reinsediarsi, ma avrebbe dovuto attendere che uil civico consesso, autoconvocatosi, avesse preso atto del provvedimento giudiziario disponendo il reintegro. Vista poi la vacanza del posto di vicepresidente, la convocazione consiliare doveva essere effettuata dal consigliere anziano»: è questa la posizione dell'Amministrazione comunale sulla annosa vicenda Rabito che ha tenuto banco per intere settimane sulla scena politica locale. Non si sono ancora sopite, dunque, le polemiche che hanno accompagnato il dopo sfiducia al presidente del Consiglio comunale. Anzi, alcuni esposti sarebbero pronti a partire proprio per stigmatizzare il comportamento del presidente del Consiglio che, dopo l'avvenuta notifica dell'ordinanza, fece diramare la convocazione consiliare a sua firma, tornando a sedere sullo scranno più alto della sala di via Rubera. Ma nonostante la convocazione, la maggioranza non lo ha mai riconosciuto come presidente, rimanendo latitante e disertando le sedute consiliari che si sono svolte solo in seconda convocazione e alla presenza dei soli esponenti di opposizione.
La presenza di eventuali esposti, comunque, è stata smentita dall'altro presidente del Consiglio, Corrado Giannì, a cui la perdita della poltrona più alta delle assise municipali brucia ancora, ma che ieri ha dichiarato di non avere firmato alcun esposto contro Rabito e contro il suo autoreintegro, fatta eccezione per alcune dichiarazioni lette in Consiglio comunale, dove chiedeva alle autorità giudiziarie di valutare la correttezza delle procedure poste in essere da Rabito che, convocando il civico consesso, si era comportato da usurpatore.
Per l'attuale presidente del Consiglio Andrea Rabito invece, le procedure sono assolutamente regolari e corrette. In primo luogo infatti non c'è ancora stata una sentenza di merito, ma solo un'ordinanza con cui si sospende l'efficacia della mozione di sfiducia ai suoi danni e la successiva nomina del nuovo presidente. Sospendendo la vigenza di quegli atti, dunque, automaticamente il vecchio presidente ritornava nelle sue funzioni. Se il Consiglio, dunque, non fosse stato convocato e non se non fossero state rispettate le richieste di ordine del giorno presentate da alcuni consiglieri e le scadenze fondamentali tra cui il bilancio da approvare entro il prossimo 31, «si sarebbe commessa una grave omissione».
Intanto, sul piano politico, Carmelo Orlando ha seccamente smentito l'ipotesi di un suo possibile ingresso in Giunta al posto dell'assessore Salvatore Spataro. «Per me Spataro può dormire sonno tranquilli - ha affermato Orlando - e non sarà la mia vicinanza con il consigliere Terzo a mettere in discussione la sua permanenza in Giunta. Da dipendente comunale infatti, non potrei mai accettare di fare l'assessore di un'amministrazione che non paga il personale».
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 24-10-2012 - Categoria:
Politica