PACHINO - E' stato notificato ufficialmente al comune di Pachino il ricorso al Cga di Palermo promosso dell'ex presidente del consiglio comunale Andrea Rabito. Rabito si è rivolto al Cga contro il diniego dell'ordinanza sospensiva del Tar di Catania. La vicenda è relativa alla mozione di sfiducia votata dal civico consesso nei confronti del presidente del consiglio Andrea Rabito ed approvata con 13 voti favorevoli su 20. Tutto ciò nonostante la legge 6/2012 avesse aumentato da 13 a 14 il quorum necessario per dichiarare approvata la mozione di impeachment nei confronti del numero uno del consiglio comunale. Il Tar di Catania bocciò la richiesta di reintegra di Rabito ritenendo non automatica l'applicazione della nuova normativa regionale e dunque prevalente la previsione dello statuto comunale non ancora aggiornato al dettame normativo. In questo modo, tuttavia, risulta sovvertita la gerarchia delle fonti che prevede la prevalenza di una legge su uno statuto. Per questo Andrea Rabito ha ritenuto di impugnare il responso del Tar rivolgendosi al Consiglio di Giustizia amministrativa. Ma la vicenda Rabito non ha risvolti solo sul piano della giustizia amministrativa. Sulla questione infatti pende anche una denuncia relativa ad alcuni abusi di ufficio e falso in atto pubblico legati alle modalità di verbalizzazione dell'esito della seduta della sfiducia. I verbali della seduta infatti riportano l'approvazione della mozione ed il conseguente scioglimento della seduta consiliare dato che l'assise era rimasta senza guida.
L'ex presidente Rabito invece contesta tale modalità di verbalizzazione, dato che non vi fu alcuna proclamazione di approvazione della sfiducia, anzi, in qualità di presidente, egli proclamò la mancata approvazione dell'impeachment, tanto che si passò ad un punto successivo all'odg, e la seduta fu poi sciolta a seguito del venir meno del numero legale, cosa accertata mediante la chiama dell'appello. Di tutto ciò i verbali non riportano alcuna traccia.
Il sindaco di Pachino Paolo Bonaiuto, si è detto comunque tranquillo. «Resisteremo in giudizio poiché siamo certi di essere nel giusto, -ha affermato il primo cittadino-. Del resto il Tar ci ha dato ragione una prima volta e non vedo il motivo per cui il Cga dovrebbe sovvertire l'esito del giudizio. Nulla è infatti cambiato da allora ad oggi. Se dovesse essere necessario andremo anche in Cassazione».
Intanto solo nei giorni scorsi la giunta municipale ha adottato una delibera con cui si adegua allo statuto comunale alle novità introdotte dalla legge 6/2012, novità che riguardano non solo il nuovo quorum per la sfiducia al presidente del consiglio ma anche per la sfiducia al sindaco che peraltro non potrà essere votata negli ultimi 180 giorni di mandato, novità riguardante l'istituzione di una consulta per gli immigrati. Le variazioni dello statuto ora dovranno essere pubblicate e poi approvate dal consiglio comunale.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 25-07-2012 - Categoria:
Politica