Premessa
Dal 1812, anno in cui si concluse il feudalismo latifondiario, grossi appezzamenti terrieri seguirono le sorti delle proprietà del Principe o del Vicerè netino. Fu così che i possedimenti terrieri del Comune di Noto si espansero fino agli attuali 551 kmq. che da soli costituiscono più di ¼ del territorio totale della Provincia di Siracusa (2.109 kmq.) estesa in 21 Comuni. In effetti questa grande sperequazione di territorio è stata a lungo causa di battaglie legali che i tanti Comuni confinanti con Noto hanno intrapreso contro di esso. Cosa può interessare al cittadino residente a Noto degli enormi costi di urbanizzazione (acqua, strade, fogne, illuminazione, verde pubblico, etc. necessari per urbanizzare le contrade San Lorenzo, Reitani, Bove Marino, Isola Blu e Spinazza ed una grossa parte di Marzamemi abitate in prevalenza da pachinesi e parte di Rosolinesi che poi vanno a fare la spesa nella vicina Pachino???
Per legge questi, (tutti in regola con gli oneri di concessione previsti dalla legge Bucalossi e dalla legge regionale 37/85 e dalla legge statale 47/85 sulla sanatoria) pagano ICI, tasse sui rifiuti e di urbanizzazione nelle casse del Comune di Noto che difficilmente potrà fornire servizi a 20 chilometri di distanza. In virtù di ciò i territori contesi a Noto da diversi comuni confinanti sono destinati pertanto ad un modesto e limitato sviluppo in quanto il Comune di Noto, non riuscendo a dare a tutti i servizi essenziali blocca lo sviluppo armonico di tali paesi confinanti ed in specialmodo delle suddette contrade che vivono di turismo e per cui Noto ha ricevuto le 5 vele soltanto per le loro bellezze naturali e perché come dicevamo ricadono nel territorio netino. Si evidenzia inoltre l’assurda situazione di Marzamemi (intera frazione di Pachino) cui ¼ dell’intero territorio ricade nel territorio di Noto ed ai cui cittadini residenti in tale lotto viene richiesta dal Comune proprietario terriero l’ICI quale 2^ casa (pur essendo in tanti casi l’unica) poiché residenti a Marzamemi e non risultanti fra i residenti del comune di Noto. In tale frazione, anche nel territorio Netino, da sempre è il Comune di Pachino a dare tutti i tipi di servizi. (Acqua, fognatura, spazzatura etc.) A tale proposito poi, recentemente, è pervenuta a 30 famiglie abitanti a Marzamemi ma in territorio Netino una lettera del Comune di Pachino con cui si dice definitivamente a questi cittadini di andare a dichiarare la propria residenza nel Comune di Noto. (Assurda situazione che soltanto uno scorporo territoriale potrà sanare).
Breve cronostoria
L’ex Sindaco Barone in virtù della legge regionale n° 30 del 2000 aveva presentato all’assessorato Regionale agli Entilocali una richiesta di scorporo per l’annessione dal Comune di Noto a quello di Pachino di 7.000 ettari di territorio che comprendeva sia la parte costiera dalla 9^ strada di San Lorenzo fino a dentro Marzamemi e sia le contrade rurali tipo Maccari, bufalefi, Bonivini etc.
L’Assessorato Regionale, al fine di valutare e meglio capire se a partecipare al referendum dovevano essere i residenti nel territorio richiesto ovvero tutta la popolazione del comune in cui ricadeva il territorio stesso, convocò i 2 Sindaci di allora il 26.5.2004. Nella stessa convocazione facevano intendere la poca chiarezza della relazione illustrativa e contemporaneamente il suggerimento a restringere la richiesta per evitare che fosse chiamato al referendum tutta la cittadinanza di Noto. Il nostro ex Sindaco andò a Palermo portandosi dietro altra documentazione con protocollo del 25.5.2004 con la quale meglio chiariva certi contenuti della precedente relazione e consegnava altra richiesta di variazione ridimensionata al confine del pomodorino IGP Pachino con in più la porzione di Marzamemi ricadente nel territorio di Noto.
Il 23.2.2005 l’assessorato Regionale in risposta a quella nuova documentazione prende atto del restringimento della precedente richiesta ma appunto perché quella iniziale era stata stravolta, ritenne per il momento, non potersi esprimere per il referendum poiché bisognava riprodurre tutta la nuova documentazione prevista per la variazione territoriale relativa ai nuovi confini per cui si richiedeva lo scorporo. A cominciare da un nuovo atto deliberativo del Consiglio Comunale che aveva deliberato prima un’altra cosa.
Pertanto l’assessorato non bocciò il referendum lo aveva solo rimandato all’arrivo di altra documentazione da parte del Comune di Pachino. L’amministrazione Barone non ebbe tempo a mandare la nuova documentazione poiché il Sindaco dopo un po’ fu sfiduciato.
Veniamo ai giorni nostri. Preso atto durante l’inaugurazione del lungomare Spinazza che l’attuale Sindaco di Pachino (legittimamente) non ha alcuna voglia di continuare quella battaglia ma vuole sedersi con il Sindaco di Noto per concordare con lui delle convenzioni per i territori contesi e visto l’interesse suscitato in diversi cittadini di quelle contrade che richiedevano il mio intervento al fine di far nascere (così come il Comitato Pro Marzamemi) qualcosa che si interessasse di quelle contrade abbandonate dal Comune di Noto che li lascia senza servizi, io li ho accontentati. In un primo momento ho favorito in data 22 agosto 2007 presso i locali del Camping il Forte un incontro fra i 2 Sindaci ed almeno 300 persone di quelle contrade che elencavano loro una serie di secolari disservizi che nessuno mai ha provato ad eliminare. In quella sede i 2 Sindaci si impegnavano davanti alla gente a sedersi nell’immediato settembre ad un tavolo per parlare di servizi per delle convenzioni. Questa delle convenzioni è una pratica parallela riguardante l’immediato che non esclude quello per cui noi stiamo discutendo. Fra l’altro oggi abbiamo 2 Sindaci che (a parole) dicono di voler collaborare. In futuro non sappiamo se altri Sindaci vorranno parlarsi o meno e pertanto quello che stiamo percorrendo è una strada definitiva e radicale.
In data 6 ottobre 2007 ho favorito la nascita di una Associazione (prevista dalla legge regionale n° 30) che ho chiamato “Autonomia Pachinese” in cui sono entrati a far parte tecnici e legali che volontariamente si stanno prodigando (anche con viaggi a Palermo) di dare supporto a Codesto Consiglio Comunale che sarà sovrano per l’argomento. Siamo andati a Palermo per conoscere la pratica nella sua integrità ed abbiamo fra l’altro scoperto che il Comune di Noto, furbescamente, nella precedente pratica nel ricorso al TAR per rigettare l’attacco territoriale, assommò la richiesta di scorporo di Pachino con quella di Palazzolo facendo notare che insieme volevano togliere a Noto 17.000 ettari di territorio e si attaccò anche al cavillo che la delibera espressa dall’intero Consiglio Comunale di Pachino non era passata precedentemente dalla Commissione Consiliare al Territorio.
Anche adesso, così come nel 2004, Palazzolo sta lavorando contemporaneamente a noi per le loro legittime richieste. Loro sono un po’ più avanti nella pratica e noi stiamo guardando per convenienza proprio quello che succede a loro. Loro erano riusciti a farsi approvare dall’Assessorato Regionale il referendum per giorno 16 dichembre 07. Referendum che non si è tenuto perché i legali di Noto sono riusciti con un ricorso al TAR a bloccarlo poiché asseriscono in sostanza che non si può permettere a circa 300 residenti di decidere su 10.000 ettari di territorio. Asseriscono anche una serie di incongruenze che il Comune di Palazzolo ha commesso nel redigere la pratica sia legale che tecnica. Pertanto è importante, alla luce di quanto loro successo, non ripetere gli stessi errori.
Ecco perché alla luce di tutto ciò chiediamo di affiancare e supportare codesta Commissione Consiliare prima e Codesto Consiglio poi nella decisione finale.
Il Presidente
Cav. Pasquale ALIFFI
Fonte:
Autonomia Pachinese - Pasquale Aliffi il 08-04-2008 - Categoria:
Politica