Relitto: il parroco Palacino «Vogliamo sapere la verità

Relitto: il parroco Palacino «Vogliamo sapere la verità PORTOPALO - S'infittiscono i misteri sul recupero del relitto del barcone naufragato a 19 miglia da Portopalo, la notte di Natale del 1996. L'ultimo spunto lo offre il settimanale "Il Venerdì di Repubblica", uscito il 19 ottobre scorso. Il servizio firmato da Giovanni Maria Bellu (l'inviato del quotidiano romano che nel giugno 2001, in seguito alle indicazioni di un pescatore portopalese, filmò quello che fu identificato come il relitto dell'imbarcazione F174) fa seguito all'interrogazione del deputato Nicola Bono al premier Romano Prodi tesa a sapere a che punto sia il recupero del relitto dopo lo stanziamento di 2 milioni di euro da parte del Governo. Dopo il sopralluogo, effettuato da una nave oceanografica nell'aprile scorso, sull'operazione recupero era calato il silenzio. L'autore del pezzo scrive che del relitto dell'F174 è rimasto il buio e che il mare ha cancellato tutto. Il relitto, stando a quanto riporta il settimanale allegato a "La Repubblica", è coperto da decine di metri quadrati di reti. Insomma: non si vede più nulla in quel punto di mare a parte il fasciame, il blu e le sartie ed il recupero, scrive sempre Bellu, «sarà un rituale simbolico e di tardiva pietà, con le macerie dell'F174 destinate a rimanere nei fondali». Ma i misteri rischiano di rimanere tali. Dal 2001 in avanti di quel relitto, filmato dal Rov della Cooperativa Nautilus di Vibo Valentia, non sono mai stati mostrati fotogrammi del mascone di prua o di poppa, la parte dove di solito si riporta la sigla identificativa dell'imbarcazione. Sarebbe stato quello il riscontro oggettivo e al di là di ogni dubbio circa l'identità di quel relitto.

Ed ancora: sembra alquanto strano che, dopo un sopralluogo effettuato tra marzo ed aprile, per parecchi mesi nulla sia stato comunicato circa i riscontri trovati. Il Comitato portopalese per il recupero del relitto, guidato dal parroco Palacino, parla di mistero che s'infittisce sempre più circa l'identità del barcone naufragato, con tante cose che non quadrano. Si chiede chiarezza su questo aspetto, affinché ogni dubbio si diradi sulla base di riscontri precisi e con piena trasparenza sugli esiti dei sopralluoghi effettuati lo scorso aprile. Quello del relitto non è l'unica "zona d'ombra" di questa vicenda. C'è, ad esempio, il mistero del tesserino di Anpalagan Ganeshu, una delle 283 vittime del naufragio di Natale, elemento decisivo per la scoperta di quel barcone nel giugno del 2001. Fu detto e scritto che quella carta d'identità era stata pescata cinque anni dopo la tragedia ma il suo perfetto stato di conservazione portò tanti, compreso uno zio di Anpalagan, ad ipotizzare che quel tesserino in mare vi fosse rimasto soltanto pochi giorni e non cinque anni. Aspetto mai approfondito, tranne rare eccezioni. Intanto il deputato Nicola Bono afferma: "Sulla questione del recupero del relitto esigiamo la piena verità".

SERGIO TACCONE
Fonte: LaSicilia.it il 22-10-2007 - Categoria: Cronaca

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