PACHINO - Si riaccende la polemica nel mondo dell'agricoltura, dopo le affermazioni del presidente della Regione Rosario Crocetta secondo cui la filiera commerciale del pomodoro di Pachino subirebbe le pressioni dei clan mafiosi. «Il pomodoro, -aveva affermato domenica Crocetta- parte con i mezzi del clan Santapaola per arrivare al mercato di Fondi, e poi ritorna sui mezzi dei Casalesi». Si ripropone così, a distanza di quasi due anni, lo stesso problema registratosi quando fu messa in onda una intervista al procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso. Nei confronti del pomodoro pachinese furono mosse le stesse identiche accuse. Ne seguirono querele per diffamazione ai vertici Rai ed al presentatore della trasmissione che aveva ospitato l'intervista condendola con tanto di invito a non consumare il pomodoro pachinese perché frutto di contaminazione mafiosa. «Le affermazioni di Crocetta, - commenta Salvatore Dell'Arte, presidente della cooperativa Aurora, una delle maggiori realtà agricole locali- mi sembrano il frutto di scarsa conoscenza della realtà locale, e figlie di quelle affermazioni già sentite qualche tempo fa. Ma oggi come allora non vi è alcuna prova che vada a suffragare queste affermazioni propagandistiche e pubblicitarie. E del resto, -ha continuato Dell'Arte-, mi chiedo come mai, a distanza di così tanto tempo, se le autorità inquirenti hanno le prove di quanto è stato affermato, come mai non è seguita un'attività giudiziaria volta a sgominare queste interferenze malavitose». E le parole di Dell'Arte trovano conferma nella quasi totalità dei produttori agricoli locali. Il pomodoro di Pachino non viene affatto spedito al mercato di Fondi, in passato al centro di una inchiesta giudiziaria. Probabilmente da quel mercato passano molti prodotti siciliani, ma non quelli di provenienza pachinese. «I nostri prodotti, -ha spiegato Dell'Arte- escono dalle cooperative e dai centri di confezionamento già imballati e pronti per arrivare a destinazione nei supermercati e nelle catene alimentari che li hanno preventivamente commissionati.
La spedizione nei mercati gestiti dai comuni come potrebbe essere il mercato di Fondi, non viene fatta più da anni perché antieconomica. Inoltre i nostri prodotti non partono mai sfusi per essere lavorati a destinazione e rispediti come invece è stato erroneamente enunciato». Per i produttori poi, le affermazioni di Crocetta, così come in passato quelle di altri personaggi più o meno in vista, sarebbero solo il frutto di informazioni sommarie e non veritiere, figlie di un errore che si ripropone con il passare del tempo. Nessuna dichiarazione ufficiale invece da parte dei vertici del consorzio Igp Pomodorino di Pachino. Dopo l'archiviazione della querela nei confronti della Rai per gli analoghi contenuti riferiti domenica da Crocetta, all'interno del consorzio sembra esserci su questo argomento un po' di disorientamento. La mancata unitarietà peraltro, sarebbe dovuta al fatto che al Politeama Moderno ad ascoltare Crocetta c'erano anche diversi aderenti allo stesso consorzio che, di fronte alle accuse del presidente della regione, nulla hanno avuto da obiettare, applaudendo anzi l'intervento ascoltato.
Per il sindaco di Pachino Paolo Bonaiuto si è trattato invece dell'ennesima defaillance con cui i produttori agricoli sono spesso chiamati a fare i conti. Anche Bonaiuto non ha voluto rilasciare dichiarazioni ufficiali, forse per evitare incidenti di carattere diplomatico, ed attendendo di verificare se i vertici del consorzio di tutela avessero assunto una posizione unitaria. L'impressione però è che si tratti dell'ennesimo colpo ad un mondo agricolo ormai sfiancato e ridotto sul lastrico da una crisi economica e dei consumi che sta scuotendo come non mai l'economia locale riducendola sul lastrico.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 20-02-2013 - Categoria:
Politica