PACHINO - Sarà probabilmente il voto consiliare sulla S.T.U. la Società di Trasformazione Urbana per l'utilizzo dei locali dell'ex stazione ferroviaria, il banco di prova che sancirà la verifica e che consentirà di fare chiarezza nel bailamme creatosi. Il primo ad esigere chiarezza sembra essere il capo dell'amministrazione, deciso a volere un chiarimento dopo che, a neanche due mesi dal rimpasto, si trova nuovamente con una maggioranza instabile e nei fatti inesistente. La pax politica siglata ad ottobre sembra infatti franare ed i problemi interni ai partiti, (vero nodo della questione) sembrano avere il sopravvento ed incrinare il periodo di stabilità che dovrebbe accompagnare il rimanente scorcio di amministrazione. Nella possibile verifica a rischiare maggiormente le loro poltrone assessoriali sembrano in tre, Valerini per l'Udc e Greco e Berretta di FI, anche se al momento tutti i tre i partiti di governo, hanno problemi interni irrisolti che potrebbero riflettersi sull'attività amministrativa. La questione più grave è in Forza Italia che rischia entrambi i due rappresentanti. I due consiglieri, superstiti all'emorragia di qualche mese fa, e cioè Quartarone e Sultana, sarebbero pronti a lasciare la coalizione amministrativa dato che ritengono che i loro assessori vengono posti continuamente nell'impossibilità di svolgere il loro ruolo. I forzisti in particolare non si sentono spalleggiati dagli alleati e mostrano insofferenza anche nei rapporti con il resto della coalizione, reo di non aver sostenuto le proprie teorie. Una posizione, quella del gruppo azzurro, forse sottovalutata nella gestione di questa ennesima crisi, e che invece potrebbe, a meno di un chiarimento, giungere alle conseguenze estreme. Questi inoltre lamentano uno scarso spirito di gruppo nella gestione della cosa pubblica e la triade Rotta Valerini Barone li vede esclusi dai giochi nonostante la centralità delle rubriche assessoriali da loro gestite. Gruppo sfaldato anche in seno all'Udc. Ad essere maggiormente a rischio sembra il vicesindaco Valerini, l'unico che non gode di un appoggio consiliare.
Ma che all'interno del partito centrista non regni la serenità è testimoniato anche dagli appunti che l'esperto del sindaco allo spettacolo Russo (Udc) ha mosso all'assessore al ramo Capodicasa, anche lei dell'Udc. Ancora più strano poi è che a chiedere ufficialmente la verifica sia stato il capogruppo dei centristi Paolo Di Pietro. Il partito di Follini, così come sottolineato dal consigliere Udeur Ciccio Guastella, gode di un numero di incarichi (amministrativi e non) molto più alto rispetto agli alleati, per cui la verifica potrebbe essere il grimaldello o per ampliare ulteriormente le loro posizioni, oppure, e più verosimilmente, per operare degli aggiustamenti che permetterebbero il recupero di qualche dissidente forse proprio a scapito di Valerini. Secondo i ben informati infatti sarebbe possibile un riavvicinamento con qualche consigliere che ultimamente viene dato in quota Nuova Sicilia, la forza politica che attualmente non ha rappresentanti in consiglio ma a cui, secondo gli accordi politici che sancirono il ritorno del centrodestra al timone della giunta, spetterebbe un posto al sole. Per An l'unico a non essere legato ad una rappresentanza amministrativa è Spatola, ma nel partito di Fini il malcontento regna sovrano. Si sarebbe infatti riacutizzato lo strappo tra i rappresentanti amministrativi e la base che non si sente partecipe dell'attività della casa comunale. Inoltre all'interno di An figurerebbero potenziali candidati alla guida di palazzo di città che potrebbero gradire una fine anticipata dell'amministrazione Barone e si starebbero già muovendo per tessere le proprie strategie con i possibili alleati. Una situazione quest'ultima non gradita ad alcuni esponenti della Cdl.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 06-01-2005 - Categoria:
Politica