PORTOPALO - Il cine-teatro Gozzo, in occasione dell'ottavo anniversario del tragico naufragio del '96, ha ospitato l'incontro tra lo scrittore e giornalista Giovanni Maria Bellu, autore del libro "I fantasmi di Portopalo"e la cittadinanza portopalese. E' stato un incontro serrato, a tratti aspro, e lo scontro tra i relatori, i cittadini e l'autore è stato spesso duro. Non si sono mai avuti però momenti di vera tensione come da più parti paventato. Qualche scintilla e insulto di troppo forse è pervenuto da parte del pubblico, e alla fine le forze dell'ordine hanno accompagnato l'autore per evitare il contatto con qualche animo più surriscaldato presente tra la folla.
L'incontro si è aperto con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del naufragio. Poi è iniziato il dibattito incentrato sul libro che, secondo gran parte della comunità avrebbe leso l'immagine della cittadina. Bellu ha avuto la possibilità di rispondere a tutti gli interlocutori che avevano esposto critiche e mosso i propri appunti. È stato per primo il sindaco Cammisuli ad esporre i motivi di lagnanza dei portopalesi, evidenziando come la presunzione di conoscenza da parte di tutti del naufragio risultava inaccettabile.
"Nel posto in cui si è presumibilmente svolto il naufragio, -ha detto Cammisuli- si recano a pescare al massimo 10 imbarcazioni di quella che è la seconda marineria siciliana e solo alcune persone potevano essere a conoscenza del rinvenimento di cadaveri. Pertanto il fatto di coinvolgere tutta la marineria in questo racconto macabro è certamente uno dei punti che vanno chiariti dall'autore". Ad essere contestato è stato il titolo. "Avrei preferito che fosse i fantasmi del Mediterraneo, -ha affermato Cammisuli- e non i fantasmi di Portopalo, dato che la tragedia è avvenuta in acque internazionali e Portopalo non ha alcun fantasma". Di rilievo l'intervento del professore Foti, ordinario di Fisica dell'Università di Catania che ha ricordato come sulla vicenda sia stato impedito di trovare la catarsi cioè la purificazione e che le posizioni si siano radicalizzate al punto da rendere difficile trovare un punto di incontro. Poi è stata la volta di Sergio Taccone che ha messo in evidenza alcuni passi da lui giudicati inopportuni e che rendono una visione del contesto socioculturale del paese non rispondente alla realtà. Bellu ha invece difeso il suo libro sostenendo che non è possibile estrapolare parti dello scritto ma è necessario avere una visione complessiva dell'opera per poter emettere un giudizio sulla realtà delle cose.
Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 28-12-2004 - Categoria: Cronaca