Rinascita a Barone e alla Cdl: «La causa dello sfascio»
PACHINO - "I responsabili dello sfascio amministrativo oltre che politico sono Barone e la Casa delle Libertà". Ad affermarlo è Sebastiano Mallia coordinatore del movimento civico Rinascita di Pachino che affida ad un comunicato ufficiale le spiegazioni della rimozione del sindaco e fa luce sul futuro politico del movimento. "Il futuro di Rinascita è lontano anni luce dalla Cdl, -ha affermato Mallia- e lontano il più possibile da quelli che, nell'ultimo anno, hanno costituito il gruppo del sindaco Barone, lui compreso, qualunque diavoleria abbiano in corso allo stato per ricollocarsi politicamente. Per quanto ci riguarda dal punto di vista ellettoralistico noi abbiamo una lista già pronta, una candidatura a sindaco ed un programma ben definito su cui stiamo ancora lavorando. Rinascita non crede più alle etichette ed ai teoremi. Ci sarà un accordo con altri se e solo se si farà di tutto per mettere gli uomini giusti nella condizione di poter realizzare un progetto serio e concreto". Il movimento civico insomma mette le mani avanti e dà l'avviso ai naviganti (potenziali candidati): Rinascita è pronta ad andare anche da sola alle urne o comunque senza alleanze con i partiti che sicuramente non saranno quelli del centrodestra. "Sconcerta il disgustoso silenzio di tutti gli onorevoloni sulle pagliacciate e i voltafaccia che hanno contrassegnato l'ultimo tango del Polo a Pachino, -ha continuato Mallia- e mentre per Noto sono state spese le parole della responsabilità, per Pachino nulla di tutto questo, a conferma del totale disinteresse del Polo, provato dalla miseria delle poche briciole fatte arrivare alla città in quattro anni". Il coordinatore di Rinascita poi dà anche una spiegazione relativa alla mozione di sfiducia ai danni di Barone. "Nel novembre del 2001, -ha continuato Mallia- Rinascita aveva individuato un professionista che poteva e, una volta eletto, doveva spendersi per Pachino. Proprio perché esterno a tutti i partiti, Barone avrebbe dovuto garantire il rispetto degli accordi, ed invece nel 2003 ci depredò di un assessorato, garantendo a ciascun partito del Polo due posti in giunta e decidendo quale dei due nostri assessori avrebbe dovuto lasciare la giunta. Fu di Barone la scelta di disfare una maggioranza per allargarla all'Udc e poi sostituirla con il rientro in massa della Cdl. Da allora è stata una crisi dopo l'altra, con l'assottigliarsi dei numeri e con una paurosa discontinuità amministrativa, frutto del cambio di nomi e deleghe in giunta. Alla fine, neanche l'ultima alchimia, l'abiura del Polo è bastata".
Sa.Mar.
Fonte: Salvo Marziano La Sicilia 27.11 il 28-11-2005 - Categoria: Politica