PACHINO - Possono dirsi definitivamente finiti i tempi dei vari contenziosi politici tra i partiti quando ciascuno rivendicava la paternità di Barone alla carica di primo cittadino. Appaiono lontani e solo nel ricordo dei più attenti osservatori delle vicende municipali le formule inventate di un sindaco "proposto da alcune forze politiche e fatto proprio dall'intero centrodestra", o le diatribe circa la formazione della coalizione amministrativa costituita dalla Cdl più Rinascita o senza Rinascita con un sindaco organico della lista civica o dell'Udc. Suonano lontane le parole dello stesso Barone che si dichiarava esterno ai partiti e vicino alla forza civica che lo aveva proposto. Ora il rapporto tra Rinascita ed il sindaco sembra essersi incrinato definitivamente. Ne è la prova la mozione di sfiducia (la seconda dopo quella proposta qualche mese fa ma mai presentata da parte di An ed Udc) che sarà a giorni presentata. Questa è infatti una sintesi del lungo documento politico diffuso dal movimento Rinascita di Pachino a firma del coordinatore Sebastiano Mallia. "All'invito formulato da Rinascita di dare vita ad una giunta di tecnici spazzando via, con un gesto di alta dignità politica, una amministrazione che ha fatto della sua fumosità e della sua inettitudine politico-amministrativa il suo principale biglietto da visita, il sindaco Barone ha dato vita all'ennesima provocazione politica, -scrive Mallia nel comunicato diffuso ieri-nominando, a suo dire con senso di disponibilità verso le sollecitazioni dell'ultimo consiglio comunale, due assessori. Rimandiamo ai mittenti questo sberleffo, ricordando che con noi i trucchetti del passato non funzionano, e prendiamo atto con amarezza che il primo cittadino non intende più governare, ma tirare a campare fino al termine del mandato, facendo sperperare alla sua combriccola quel poco che rimane nelle casse comunali.
Questo il disegno strategico del sindaco, rivelato da uno dei suoi assessori: puntare ad avere l'appoggio di un ottavo consigliere in modo da scongiurare il rischio di una mozione di sfiducia e, in ultima analisi, salvare le rispettive poltrone senza garantire alla città un governo serio e stabile. Il primo cittadino ha dunque gettato la maschera e, come chi spera di costruirsi una patente di santità politica, ritorna a fare di tutta l'erba un fascio, parlando di un non meglio precisato sacchetto di ossa da distribuire. Gli vogliamo ricordare che Rinascita può a testa alta vantarsi di avere avuto la sua visibilità in giunta solo ed esclusivamente grazie agli elettori e non certo grazie al suo magico sacchettino. Ora che l'ultima maggioranza è evaporata, Barone si è rimangiato quello che aveva detto, (e cioè che era l'ultima possibilità prima di rassegnare le dimissioni) e vuole ora che se ne vadano tutti e venti i consiglieri assieme a lui. Non risulta realizzato neanche in minima parte il programma che la coalizione del 2001 ebbe a darsi. Uno zero quasi assoluto su tutta la linea. Ci chiediamo come possano le segreterie provinciali di Udc ed An, che oggi esprimono uomini in questa raffazzonata giunta, approvare che si vada avanti in questo modo, senza una maggioranza e, anzi, con la consapevolezza di non poterla avere e di puntare a vivacchiare. Il nostro movimento si dichiara deciso, in assenza di segnali chiari e precisi da parte di questi partiti, a chiudere da qui al futuro ogni genere di dialogo politico con loro. È dunque venuta completamente meno la fiducia di Rinascita nella volontà del primo cittadino di realizzare, almeno in minima parte, il programma amministrativo del 2001 ed è arrivato il momento di scuotere nuovamente la realtà politica locale, promuovendo una iniziativa volta a chiudere, nel più breve tempo possibile, questo infelice progetto politico, degradatosi nell'aborto di una maggioranza. Da qui la scelta di sfiduciare Barone".
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 08-03-2005 - Categoria:
Politica