PORTOPALO - Operazione ieri mattina a Portopalo di Capo Passero del nucleo S.D.A.I. (sminamento difesa anti mezzi insidiosi) di Augusta del reparto sommozzatori della Marina Militare. L'intervento del reparto speciale della Marina è stato richiesto a seguito del rinvenimento a circa 300 metri dalla spiaggia di contrada Pantanelli di 3 ordigni bellici risalenti al secondo conflitto mondiale. I residuati bellici rinvenuti erano costituiti da tre mine anticarro di nazionalità tedesca contenenti ciascuno circa tre chilogrammi di esplosivo. Le mine erano adagiate a circa 3 metri di profondità su un fondo sabbioso ed erano state segnalate nei giorni scorsi dal sub dilettante, Nicola Tomaselli di San Giovanni la Punta (Ct). Agli ordini del Sottotenente di Vascello Piero Privitera, il nucleo SDAI di Augusta, composto dai primi marescialli Salvatore Maino, ed Antonino Inzerillo e dai Capi di prima classe Vincenzo Errante e Giuseppe Anagni è intervenuto per perlustrare la zona alla ricerca di altri residuati e far brillare gli ordigni rinvenuti. Le operazioni sono state coordinate con il concorso del primo maresciallo Salvatore Cascione che ha assicurato lo sgombero dell'area interessata alle operazioni di brillamento anche a mezzo della moto vedetta Cp 2203.
Le operazioni sono iniziate sul posto intorno alle 10 del mattino con l'arrivo dei mezzi speciali in dotazione al nucleo che si è recato sul posto indicato individuando i residuati bellici intorno alle 11,30. Poco prima delle 13 è avvenuta l'esplosione a mezzo di una controcarica in un posto ritenuto sicuro per l'ecosistema marittimo, lontano dal luogo di ritrovamento dove fra l'altro si trova il relitto di una imbarcazione affondata anni fa. Il nucleo SDAI non è certamente nuovo a questo tipo di intervento, anzi le operazioni condotte lungo le coste sono numerosissime. Nonostante siano trascorsi diversi decenni dal secondo conflitto mondiale i residuati bellici disseminati soprattutto nei fondali sono numerosissimi. Recentemente il nucleo è stato impegnato in contrada Gallina dove sono stati rinvenuti e distrutti proiettili sia di grosso che di piccolo calibro, granate e bombe da mortaio, a Cinisi, a Porticello di Reggio Calabria, a Pizzo Calabro, a Favignana e nei giorni scorsi a Siracusa. La maggior parte di questi ordigni, nonostante l'interesse storico che potrebbero rappresentare devono essere distrutti da personale specializzato quale è quello che costituisce il nucleo SDAI della Marina. Questi ordigni infatti se maneggiati con poca cura potrebbero esplodere in quanto spesso anche a distanza di anni risultano perfettamente efficienti e funzionanti.
Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 26-08-2005 - Categoria: Cronaca