Ad oltre 8 anni dalla tragedia le vittime ed i familiari attendono ancora VERITA’ E GIUSTIZIA. L’udienza dello scorso 2 marzo si è conclusa con la testimonianza del cinquantacinquenne pakistano Khan Sher, sopravvissuto al naufragio perché non era sceso a bordo della F174 ma era rimasto sulla Yihoan. In aula Khan Sher ha ribadito le dichiarazioni rese alla Procura di Reggio Calabria nel ’97, confermando tra l’altro quanto affermato da Zabihullah nel corso della penultima ultima udienza, e cioè che alcuni suoi vicini sulla nave avevano notato la presenza dell’armatore Tourab a bordo della F174, riuscito poi a salvarsi saltando sulla Yiohan.
La prossima udienza è fissata per il 13 aprile, soprattutto dopo l’importante sentenza del 10/3 della Corte d’Assise d’Appello di Catania che finalmente riconosce la giurisdizione dello Stato italiano nei confronti dell’imputato El Hallal Youssef nel processo della Corte d’Assise di Siracusa: chissà se la Corte - in extremis - giudicherà di interesse per il procedimento anche il recupero del relitto e dei resti delle vittime, e magari un approfondimento sulle omissioni di soccorso .
Spetta a noi invece continuare a denunciare la pluriennale minimizzazione della vicenda scattata immediatamente dopo l’accaduto, da parte di autorità locali e nazionali e "grande stampa".
Da alcuni mesi in Sicilia e nel siracusano si è discusso molto del naufragio; tranne l’eccezione negativa del 26 dicembre scorso per l’ottavo anniversario del naufragio a Portopalo, dove abbiamo assistito alla vergognosa strumentalizzazione degli amministratori locali, i quali , anzicchè riflettere criticamente sulle diffuse omissioni di soccorso e sul mancato recupero del relitto e dei resti delle vittime , hanno aizzato la popolazione locale contro l’autore del libro " I fantasmi di Portopalo", reo di aver "infangato" la dignità locale. Invece La tournèe de "La nave fantasma" del Teatro della Cooperativa di Milano il mese scorso ha visto nelle 6 tappe siciliane una crescente partecipazione di pubblico.
Ci chiediamo con amarezza come sia possibile che i boss del traffico di schiavi, nonostante si sia a conoscenza da 8 anni dei nomi, (come emerso da questo processo e da quello in Grecia, che ha già emesso alcune condanne ), continuino impunemente ad operare mentre ai migranti si fanno trovare le frontiere ancora più sbarrate, principale causa dei sempre più frequenti naufragi.
Speriamo che nelle prossime udienze, a partire da quella del 13/4 si riesca ad andare avanti nel far emergere le responsabilità delle "holding degli schiavisti" come lucidamente le definiva Dino Frisullo (la cui associazione Senza Confine è stata purtroppo esclusa come parte civile in questo processo), le quali in questi anni si sono potenziate e ramificate grazie alle legislazioni, entrate in vigore nella fortezza Europa, sempre più securitarie, che colpiscono solo i nuovi dannati della terra ed ingrassano le mafie internazionali, spesso parte integrante di regimi corrotti filoccidentali.
Di certo vi è che quei morti sotto al mare continuano a far parlare di sé, nonostante i tentativi di ridurli al silenzio.
Mercoledì 13 aprile
ore 9,30 al Tribunale di Siracusa
Ore 12,30 c/o la Parrocchia di Boscominniti, via Specchi 98 incontro con le associazioni e gli avvocati difensori dei parenti delle vittime
Parrocchia di Boscominniti(Sr), Attac-Catania,
Senza Confine, Rete Antirazzista Siciliana
Fonte:
BellaCiao.org il 13-04-2005 - Categoria:
Cronaca