Si infiamma la vicenda dell'istituzione delle riserve «Pantani della Sicilia Sud Orientale» e dei siti di interesse comunitario e a protezione speciale. Una lettera dell'assessorato regionale Territorio e Ambiente indirizzata a tutti i comuni rende noto che il dipartimento regionale è interessato a «valutare la disponibilità dei privati a cedere a titolo oneroso alla Regione sia terreni che immobili ricadenti nell'ambito della Rete ecologica Siciliana che comprende le aree protette istituite ed i territori indicati come corridoi ecologici» dando priorità agli immobili ricadenti all'interno delle aree Sic e Zps esterne o interne a riserve naturali o parchi regionali già individuate nel dicembre del 2005, siano essi ubicati in zone A che zone B. La lettera invita peraltro, cosa ad oggi non fatta dai comuni, «a dare la massima diffusione della notizia ai cittadini residenti nel proprio territorio ricordando che le domande dovranno pervenire presso l'assessorato entro il 30 ottobre 2006 pena la loro esclusione». La lettera ha gettato nello sconforto centinaia di proprietari ed imprenditori della zona dato che tecnicamente la disponibilità della Regione all'acquisto dei fondi non è altro che l'anticipazione dei decreti di esproprio.
«Una carognata - ha affermato Claudio Marsilla, presidente dell'Anlc di Pachino - oggi più di prima è necessario procedere all'inoltro dei ricorsi al Tar». Più confortanti, invece, le notizie che arrivano dalla deputazione regionale e dal consigliere provinciale Pina Ignaccolo. Sia la Ignaccolo che gli onorevoli Gennuso e De Benedictis hanno annunciato la visita il 9 ottobre a Pachino dell'assessore regionale Rossana Interlandi al fine di compiere un sopraluogo personale nelle zone e rendersi conto dei problemi sollevati. De Benedictis ha commentato: «Con la visita di giorno 9 salta l'appuntamento del 26 a Palermo, ma deve essere questa l'occasione giusta per sgombrare ogni equivoco sulla effettiva qualificazione delle aree interessate, al di là di quanto erroneamente si sia letto su cartografie non aggiornate».
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 23-09-2006 - Categoria:
Cronaca
Rete ecologica siciliana
Alt allo sconforto.... e, naturalmente, alla paventata "sovietizzazione" della Sicilia...
Seguo per quello che posso le dinamiche politico-istituzionali alle varie scale da grande distanza, e spesso senza quell'informazione particolare che è essenziale per rendersi conto di quello che accade a livello locale.
Nel caso specifico ho chiamato qualche minuto fà il giornalista Salvatore Marziano per avere maggiori informazioni sull'argomento.
Una per tutte: anche se l'asse del por all' ob 1 recita testualmente: " http://pachinos.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1176577"
Riporto testualmente:
""(Con la definizione della Carta della Natura attraverso apposito bando, tutto l’ambito territoriale della Rete Ecologica verrà interessato da azioni volte alla realizzazione di infrastrutture di primo impianto, di fruizione, di ripristino ambientale e di valorizzazione delle risorse del patrimonio ambientale e tradizionale, anche attraverso l’acquisizione di aree e di edifici di particolare pregio, le cui tipologie d’opera sono meglio, appresso specificate. L’arco temporale che si propone a bando pubblico comprende il triennio 2003-2006, dopo la realizzazione della Carta della Natura.)""
Dalla lettura dell'articolo, e dalla comparazione degli strumenti di programmmazione citati nell'articolo stesso, dopo una lettura critica, tuttavia, si deduce una, a mio avviso, erroneo risvolto politico.
Dichiarando espressamente che alla "valutazione" della Regione, attraverso l'assessorato: non è automatico il passaggio, alla prossima mossa, che dovrebbe essere quella della acquisizione di aree e edifici ( di pregio?) attraverso l'istituto dell' esproprio di tutti gli immobili e le aree che ricadono all'interno delle aree protette sia esse classificate A che B.
Tuttavia ritengo che le zone classificate A, nel nostro territorio che coincidono con gli specchi dl'acqua e le aree marginali giustamente classificate A andrebbero nel tempo acquisite al patrimonio pubblico.
Diversa e integrabile dovrebbe essere la prospettiva delle zone B poichè nel contesto locale queste aree, per il 90 % dei casi, coincide con territori variamente antropizzati e destinati storicamente all' agricoltura.
Sarebbe una grandissima contraddizione in termini sociali politici e ambientali quello di vedere aziende storicamente inserite nei contesti soggette ad esproprio...
Mi viene leggermente da ridere al solo pensare che qualche regionale non si rende conto della diversa antropizzazione che le aree palustri e lacustri hanno subito, sopratutto, a partire dagli anni settanta.
Per maggiori dettagli sull'argomento rimando alla lettura complessiva del documento di programmazione sulla Rete Ecologica Regionale:
http://www.euroinfosicilia.it/sicilia/bandi/Misura%201_11/Linee_Guida_RES.pdf
Per quanto riguarda i fabbricati ex abusivi costruiti a partire dagli anni settanta faccio notare che il comune di Pachino a seguito della legge 47/85 (quella della sanatoria) integrata dalla legge regionale n° 37( se non ricordo male) regionale, dispose con delibera del consiglio comunale e affidò a gruppi di tecnici diversi la perimetrazione delle varie zone a Mare. Furono formati gruppi di tre tecnici che hanno provveduto a perimetrare le varie aree che dovevano essere oggetto di Piani particolareggiati di Recupero.
Io credo che sia essenziale, oggi, tirare fuori quelle planimetrie,fra l'altro mai pagate ai tecnici, per dimostrate che nonostante tutto il comune di Pachino era intenzionato a proseguire nell'opera di sistemazione urbanistica e ambientale di quei territori che oggi configurano inequivocabilmente piccole comunità che nel bene e nel male hanno trovato un equilibrio e una integrazione nell'ambito delle zone umide locali...
Saluti anche da Totò e Peppino, Spiros