PACHINO - E' forse allo snodo finale la delicata vicenda riguardante l'istituzione della Riserva naturale Pantani della Sicilia sud orientale sollevata, circa un mese fa, con un'interrogazione parlamentare, dai parlamentari regionali Vincenzo Vinciullo e Salvo Pogliese. Il nodo principale della vicenda consisteva nella mancata convocazione di un tavolo di concertazione con gli amministratori locali e, soprattutto, con le organizzazioni degli imprenditori che hanno le loro attività all'interno dell'area considerato che i comuni coinvolti: Pachino, Ispica e Noto, sono i maggiori produttori al mondo di pomodorini di qualità denominati appunto «di Pachino». Nella tornata d'Aula di mercoledì pomeriggio, l'assessore al territorio e ambiente, Gianmaria Sparma, si è impegnato a convocare le parti in causa, il prossimo 4 novembre, in un tavolo di concertazione. «Lo spirito d'istituzione di quella riserva - ha dichiarato l'assessore Sparma - non era e non è di colpire le attività agricole presenti nel luogo; infatti, il regolamento non ha istituito la riserva ma ha dato in gestione la riserva; l'azienda regionale delle foreste demaniali ha un regolamento che consente l'esercizio delle attività agricole.
Questa istituzione ha avuto il compiacimento dei due dei comuni ricadenti nell'area della riserva naturale orientata, il comune di Ispica e il comune di Scicli, che con due note all'assessorato hanno dato un parere favorevole all'istituzione della riserva stessa. Ho programmato - ha aggiunto Sparma - per il 4 novembre prossimo un incontro con le associazioni di categoria del territorio e con gli operatori agricoli, per tranquillizzarli e, ove fosse necessario, modificare il regolamento per consentire che l'area del pachinese, dove ci sono dei prodotti unici dell'agricoltura siciliana, possa andare avanti senza interferenze». Per Vinciullo «l'istituzione della Riserva potrebbe determinare lo smantellamento di tutte le realtà agricole ivi esistenti, con un danno economico incalcolabile e la perdita di migliaia di posti di lavoro, tant'è che il Consorzio di tutela Igp Pomodoro di Pachino ha già iniziato un'azione legale per impugnare il decreto istitutivo della Riserva con l'obiettivo di ridisegnare i confini della stessa, salvaguardando, così, l'intero sistema produttivo del pomodorino di Pachino, al fine di tutelare gli interessi legittimi di centinaia di produttori e serricoltori di Pachino, Noto e Ispica che rischiano la chiusura forzata delle loro aziende con la conseguente perdita del posto di lavoro per migliaia di siciliani».
SERGIO TACCONE
Fonte:
LaSicilia.it il 21-10-2011 - Categoria:
Ambiente