Rimane «sub iudice» la riserva Pantani. Dopo la nota dello scorso 29 luglio con cui l'assessore regionale Alessandro Aricò ha invitato il dirigente del settore Giovanni Arnone a ritirare il decreto con cui l'area protetta era stata istituita in attesa di verifiche ed approfondimenti legati alle recriminazioni degli enti locali, tutto è tornato in piena incertezza. Un'incertezza che dura sin dal lontano 1991, data in cui fu emanata una legge regionale con la quale per la prima volta si parlò di istituzione di una riserva naturale che avesse ad oggetto le aree umide a cavallo tra i comuni di Pachino, Ispica e Noto e riguardanti i pantani della Sicilia Sud Orientale. Da allora, in oltre vent'anni, non sono mancati colpi di scena, tra vincoli del territorio e ricorsi al Tar, denunce ed esposti, recriminazioni e riperimetrazioni. Una battaglia legale che continua fino ad oggi, dato che davanti al Tar pendono tutt'ora dei ricorsi la cui trattazione è prevista per il mese di ottobre. Per un'azienda agricola ed ittica, fra l'altro, il Tribunale amministrativo etneo ha sospeso la vigenza del decreto istitutivo delle riserve, consentendo espressamente la continuazione delle attività in precedenza espletate. Ma la presa di posizione dell'assessore Aricò cosa significa in concreto? Per il deputato regionale autonomista Pippo Gennuso le riserve sono state cancellate o comunque sospese, con buona pace degli ambientalisti, e tutto ciò per tutelare gli interessi delle aziende agricole che dalle terre rientranti nelle zone protette ricavano i migliori prodotti dell'ortofrutta locale.
Per il deputato del Pdl Enzo Vinciullo invece non ci sarebbe alcuna certezza sul ritiro del decreto da parte della Giunta regionale, anche alla luce delle dichiarazioni di Aricò che testualmente ha affermato: «Voglio smentire le voci di un annullamento da parte della Giunta, del decreto assessoriale istitutivo della riserva naturale Pantani della Sicilia Sud Orientale. Io ho chiesto solo al dirigente generale del dipartimento ambiente di verificare la rispondenza di numerosi esposti di attività produttive che insistono nella zona, ma la difesa dei particolari habitat naturali e delle biodiversità di quelle aree protette rimane una priorità di questo assessorato». Ma qual è la posizione degli imprenditori agricoli? Da un lato il consorzio di tutela Igp pomodoro di Pachino diserta i tavoli tecnici che si sono svolti con i vari responsabili del dipartimento Ambiente e foreste a Palermo, dall'altro continua a chiedere un tavolo di concertazione. Per gli agricoltori locali si pensa più alle zone di Morghella e Granelli dove potrebbero esserci sacche di speculazione edilizia più che ai terreni votati alla coltivazione in serra. E nel valzer delle contraddizioni per una riserva mai nata, c'è chi evidenzia come la zona, scelta per la presenza di biodiversità e per la presenza di uccelli migratori di rara bellezza, sia una delle aree più inquinate della zona sud, dove appena l'anno scorso nelle acque di uno dei canali erroneamente considerato pantano, fu scaricato un tir carico di copertoni usati che vennero abbandonati a pelo d'acqua e rimossi solo dopo una apposita delibera della provincia.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 02-08-2012 - Categoria:
Ambiente