PACHINO - Imprenditori agricoli pronti ad ingaggiare un nuovo braccio di ferro con la Regione sull'istituzione della riserva Pantani. I nuovi contrasti potrebbero derivare da una relazione dei tecnici regionali che, a seguito di una serie di note con le quali veniva evidenziata la forte antropizzazione delle aree su cui si intendevano apporre i vincoli, avevano proceduto ad effettuare un'ispezione.
I tecnici palermitani, all'insaputa degli Enti locali e delle realtà imprenditoriali che avevano chiesto un incontro ed un sopralluogo congiunto ed in contraddittorio, avrebbero compiuto verifiche autonome l'11 maggio 2011, riferendo all'assessorato che in oltre vent'anni i luoghi non avevano subito alcuna modifica, e sul territorio sarebbe stata presente solo qualche serra per cui nulla ostava all'apposizione dei vincoli di riserva naturale integrata se non quella di dare la possibilità ai proprietari di continuare nelle attività già intraprese. Da qui il via libera dell'assessorato alla istituzione delle nuove aree protette. Ma la relazione degli ispettori regionali non corrisponde alla realtà. La maggior parte delle imprese agricole di pomodori e ortaggi ricadono interamente nelle aree soggette ai vincoli più restrittivi.
Ma il problema non è legato solo alle produzioni orticole in quanto la zona di Morgella, quella di contrada Chiappa, la località Granelli e punto Formica sono anche apprezzate località turistiche dove sono nate centinaia di immobili, per lo più seconde case, che hanno modificato enormemente l'aspetto del territorio. Difficile dunque condividere l'affermazione secondo cui da vent'anni a questa parte il territorio non è cambiato rispetto alle cartografie originarie. Tornano sul piede di guerra anche i legali delle aziende che stanno combattendo una strenua battaglia legale a colpi di ricorsi al Tar. Alcune imprese infatti sarebbero pronte a sporgere querela contro chi ha firmato quella relazione che di fatto condanna il territorio ad essere assoggettato a vincoli stringenti quali quelli di una riserva naturale orientata. Poi c'è il problema di non avere concertato con l'amministrazione locale il destino del territorio su cui comune e provincia dovrebbero essere sovrani. Su questa questione è stata accolta dal Tar etneo l'eccezione di illegittimità costituzionale. La parola, dunque, passerà alla Corte Costituzionale.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 07-03-2013 - Categoria:
Ambiente