PACHINO - Non si placa la vicenda delle riserve Pantani della Sicilia sud orientale e delle zone Sic (Siti di individuazione comunitaria) e Zps (Zone a protezione speciale). A considerarle tutt'altro che una risorsa è stato ieri il vicesindaco di Pachino Michelangelo Blandizzi.
«C'è un problema gravissimo - ha dichiarato Blandizzi - che è quello delle cartografie errate inviate alla Regione e sulla base delle quali sono stati tracciati i confini della riserva e delle zone di interesse comunitario ed a protezione speciale. Un errore che è stato sotto gli occhi di tutti durante l'ennesimo sopraluogo compiuto nelle zone alla presenza dell'assessore Interlandi, del capo di gabinetto dell'assessorato territorio ed ambiente Di Martino, del deputato regionale Gennuso, del dott. Guardaci e del direttore generale dell'assessorato all'agricoltura Michele Lonzi. Dal raffronto tra le cartografie e i luoghi emerge un particolare incontestabile: manca del tutto la bonifica eseguita dall'azienda Spatola che negli Anni 70 costruì un impianto di acquacultura e che erroneamente oggi viene inserito nelle riserve, impianto censito peraltro dall'Università di Messina come uno dei primi destinati alla pesca di allevamento sul territorio».
Di fatto recandosi sul posto ci si può ben rendere conto come i pantani veri e propri siano soltanto in territorio di Ispica mantre sul territorio di Pachino la zona è stata modificata da oltre trent'anni dall'opera dell'uomo. Situazione molto simile anche per quanto riguarda l'azienda Impera, una delle più grandi imprese di produzione ortofrutticola presenti sul territorio i cui moderni impianti serricoli ricadono in quella che viene individuata addirittura come zona A. «È proprio per questi errori - aggiunge Blandizzi - che il decreto regionale va revocato. Altro che risorsa. Qui sono a rischio centinaia di posti di lavoro ed intere aziende. Si provveda a riperimetrare le zone ed a compiere scelte più oculate». Intanto le associazioni venatorie locali hanno già dato mandato ad un legale per proporre un ricorso al Tar.
Sa. Mar.
Fonte:
LaSicilia.it il 13-10-2006 - Categoria:
Cronaca