PACHINO - Maggioranza spaccata nella seduta del Consiglio comunale di lunedì sera, con l'assessore all'Urbanistica, Massimo Miceli, che ieri mattina ha presentato le dimissioni lasciando la Giunta guidata dal sindaco Paolo Bonaiuto. La buccia di banana su cui si è consumato lo scivolone della compagine di governo è costituita dalla proposta di revisione, da parte dell'amministrazione comunale, delle zone Sic (siti di interesse comunitario) e Zps (zone a protezione speciale). Il sindaco infatti, dopo avere proposto un atto deliberativo che il Consiglio avrebbe dovuto adottare, ha deciso di ritirare il documento, ufficialmente al fine di supportarlo con adeguate relazioni tecnico-scientifiche. Ma la decisione non è andata giù ad alcuni esponenti della coalizione che hanno giudicato inopportuno il ritiro dell'atto deliberativo, che dunque dovrà essere riproposto, quando invece era possibile eventualmente integrarlo successivamente. A difendere strenuamente la proposta arrivata in Consiglio è stato poi il dirigente del settore, l'architetto Angela Guastellucia, recentemente nominata dal sindaco proprio con l'incarico di elaborare una proposta deliberativa da inviare alla Regione e finalizzata a ridurre i confini delle zone di tutela ai soli specchi d'acqua. «L'obiettivo - ha affermato il dirigente - era quello di bloccare subito, visto anche i notevoli ritardi e l'ampio lasso di tempo intercorso, le decisioni che potrebbero arrivare a livello regionale e comunitario. Successivamente sarebbe stato possibile integrare con tutte le relazioni necessarie e che comunque sono certamente ridondanti visto che il territorio che si vorrebbe vincolare rientra tutto nelle zone di produzione di pomodoro a marchio Igp e dunque tutte le relazioni necessarie e tendenti a evidenziare il tipo di coltivazione intensiva e l'alto grado di antropizzazione del territorio sono già in possesso della Regione».
Ma con il ritiro della proposta il primo cittadino ha aderito alla tesi di una parte della maggioranza che, con in testa i consiglieri Poidomani e Maccarrone, hanno chiesto di supportare scientificamente ogni atto da adottare. A tuonare è stata poi l'opposizione che con il consigliere Quartarone ha evidenziato l'iter delle zone da sottoporre a tutela. Un iter iniziato 5 anni fa quando la Regione individuò le zone da sottoporre a tutela sulla base di cartografie vecchie di 30 anni in cui non erano segnate le aziende agricole, le serre costruite con l'avvento delle coltivazioni intensive e le zone residenziali quali Granelli divenute zone di espansione turistica. Con dei ricorsi accolti dal Tar, la vigenza delle zone Sic e Zps fu bloccata in attesa di una concertazione che la Regione ha richiesto circa un anno e mezzo fa, ma che il Comune ha disertato fino a quando, lo scorso giugno, la Regione non ha comunicato alla Comunità europea, i nuovi limiti, del tutto identici a quelli sospesi dal Tar. «Ogni atto è dunque ormai tardivo», ha puntualizzato Quartarone. Per alcuni imprenditori agricoli, tra cui il presidente della coop Aurora, l'unica speranza è quella di incidere «nei disciplinari di attuazione».
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 21-11-2012 - Categoria:
Cronaca