PACHINO - Si trasforma in una vera e propria rivolta dei dipendenti comunali la seduta di prosecuzione del consiglio comunale convocata per discutere sulla situazione economica del personale. Solo sei i consiglieri presenti, tutti di opposizione (Rabito, Gibilisco, Bruno, Buggea, Midolo e Luciano), mentre si è registrata in blocco l'assenza della maggioranza e dell'amministrazione comunale. La mancanza del numero minimo ha comportato la non validità della seduta che è stata aperta in maniera informale agli interventi delle parti sindacali ed agli interventi diretti dei dipendenti stessi. Tra il pubblico, c'era anche una rappresentanza degli operai della ditta Busso che si occupa della raccolta dei rifiuti solidi urbani, ed i rappresentanti sindacali di categoria che hanno solidarizzato con il personale della casa municipale. Un sodalizio esplosivo, che ha dato vita a toni molto accesi ed apprezzamenti pesanti ai danni del primo cittadino, il tutto ripreso dalle apparecchiature elettroniche degli agenti del commissariato di pubblica sicurezza che ha registrato diverse parti dell'acceso dibattito. A calcare la mano è stato il segretario dell'Ugl Paolo Iacono che rispondendo ad un precedente intervento del consigliere Salvatore Gibilisco che lamentava come solo una rappresentanza di dipendenti comunali fosse presente alla seduta, ha affermato: «Io stesso sono stato invitato da qualcuno a non prendere parte alla seduta di questa sera ed a non venire in consiglio comunale. Evidentemente qualcuno ha invitato anche i dipendenti comunali assenti a non venire». Iacono inoltre ha parlato di un chiaro clima intimidatorio e di un atteggiamento di arroganza da parte della classe politica ed amministrativa della città di Pachino. Catalizzatore dell'attenzione è stato poi l'intervento di Paola Di Gregorio della Cisl funzione pubblica che ha definito come «autarchica e tracotante» l'amministrazione comunale che, in spregio delle regole di sana amministrazione usa le unità di progetto per premiare o penalizzare a proprio libero arbitrio i dipendenti.
La Di Gregorio ha parlato apertamente di mobbing ai danni del personale, denunciando irregolarità palesi sia nelle progressioni verticali ed orizzontali poste in essere dall'amministrazione che di un processo di stabilizzazione dei precari avulso da qualsiasi regola, senza seguire una metodologia e standard precisi. I sindacati hanno lamentato inoltre la mancata convocazione della parti sociali e la mancata fornitura della documentazione nonostante le regolari richieste prodotte e nonostante le nuove normative in tema di trasparenza rendano direttamente responsabile il funzionario che omette di dare seguito a precise richieste legate alla trasparenza degli atti amministrativi. Severo l'appunto fatto poi dal funzionario della casa municipale Enza Bruno che si è rivolta al segretario generale ed al vicesegretario chiedendo un maggiore rispetto nei confronti del personale che protestava, evitando sorrisi ironici che avrebbero potuto essere male interpretati. Poi da parte dell'architetto Angela Guastelluccia, la comunicazione della decisione di non prendere parte all'incontro indetto dall'amministrazione comunale nella sala congressi del Palmento di Rudinì. «Prendiamo atto, -ha affermato il sindaco Paolo Bonaiuto- della decisione dei dipendenti e delle rappresentanze sindacali, di non partecipare all'incontro ed al confronto indetto dall'amministrazione. Riteniamo che la sede idonea per un confronto serio non sia un'aula consiliare ma un tavolo tecnico a questo punto da loro disertato. Ora la palla passa nelle mani dei dipendenti che devono farci sapere se e quando ci vogliono incontrare». Sul piano delle accuse rivoltegli nell'aula del civico consesso, Bonaiuto ha affermato: «Sto procedendo a tutelarmi nelle sedi opportune ed a denunciare chi, con fare assolutamente ignobile e senza che io potessi difendermi, ha usato nei miei confronti l'epiteto di mafioso».
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 02-02-2012 - Categoria:
Politica