ROMA Staccare completamente la spina? Praticare l’“abbiocco catatonico”, esercizio obbligato per il politico in vacanza, come suggeriva il filosofo e deputato berlusconiano Lucio Colletti? Quest’anno non si può. Ci sono due coalizioni da ricostruire, una legislatura da raddrizzare e, forse, le elezioni anticipate da preparare. Dunque, vacanze brevi per leader e peones.
Per esempio il riposo di Romano Prodi , che è appena tornato da Kalamos, isoletta greca semideserta, significa stare a Bebbio il casale di famiglia sull’Appennino emiliano dove è in procinto di festeggiare il suo compleanno a tessere la rete che dovrà difenderlo dalle turbolenze nella Margherita. A rinsaldare i rapporti con gli amici imprenditori, che potranno essergli utili per la scalata a Palazzo Chigi. A preparare insomma il Grande Rientro settembrino, fra una pedalata, il footing con la moglie, le predilette conversazioni sul miracolo economico cinese («lo sapete che solo nell’ultimo anno laggiù 72 milioni di persone hanno fatto nuovi contratti per telefono o telefonino?») senza dimenticare il “caso Italia”: «Vedi Parisi, vedete amici, il nostro Paese dopo tanti scossoni berlusconiani ha bisogno di serenità, e su questo dobbiamo insistere tranquillamente». Discorsi da aspirante. Il premier in carica, invece, a Porto Rotondo aspetta Blair, ammira i suoi cactus, si rispecchia nel laghetto e si delizia nell’anfiteatro con la chitarra di Apicella e le voci degli altri musicisti napoletani che compongono ormai la Vesuvian Silvio Band. E dopo comincerà, a villa “La Certosa”, il viavai dei ministri, che si recheranno da Berlusconi a ricevere complimenti e (più spesso) ramanzine del tipo: «Dobbiamo fare di più e meglio».
Insomma gli italiani non si sono ancora meritati, come sognava Borges, di non essere governati da nessuno. Bisogna vedere però chi merita di governarli e in questa breve estate si deciderà un bel pezzo di futuro. Esempio. Di solito alle Eolie la diessina Giovanna Melandri villeggiava in maniera disimpegnata, all’insegna del geniale motto letterario di Stefano Benni: «Tutti nudi a Filicudi/a mangiare pesci crudi». Stavolta però la Melandri verrà raggiunta da Veltroni e fra i capperi siciliani l’attuale deputata diessina potrà guadagnarsi la candidatura a governatrice del Lazio contro Storace nel 2005, Margherita permettendo.
Intanto il ministro Maroni va in Camargue. Scajola attraversa la Corsica a cavallo della sua Moto Guzzi. D’Alema cerca di perdersi fra i flutti mediterranei a bordo di Icarus II. Fini si immerge al largo della Florida (e «d’estate Gianfranco è introvabile», si lamenta Berlusconi). Gasparri plana a Marettimo con il suo gommone battente bandiera Ferrari. Confessa il ministro: «Questo drappo me lo ha regalato Montezemolo. E’ salito sul mio canotto e poco dopo è diventato presidente della Confindustria. Chi viene a mare con me, fa carriera». E chissà allora se La Russa , in predicato di diventare ministro e anche lui in vacanza in Sicilia, ma dalle parti di Catania, salirà sul gommone di Gasparri. Buttiglione non ne ha bisogno perché la poltrona l’ha appena avuta in Europa ed è in vacanza in Polonia. La Prestigiacomo ministro lo è già, ed è a Panarea. Il diessino Visco ministro lo sarà con Prodi ed è a Pantelleria. Schifani non lo sarà proprio ed è a Sharm el Sheik. Tabacci se ne infischia («parto per l’Australia. Sparirò») e per Violante non è la legislatura giusta per ottenere un dicastero: quindi niente gommone-portafortuna di Gasparri e passeggiate sui monti di Cogne per il capogruppo diessino, con il rischio di incontrare l’avvocato Taormina e di dover scappare via, sennò ai comunisti viene addebitato anche l’omicidio del piccolo Samuele.
Piero Fassino è ai Caraibi. Oliviero Diliberto a Roma («io d’estate curo la mia biblioteca»). Fausto Bertinotti si divide fra Parigi e il mare ligure dove può sfoggiare il suo fotografatissimo bermuda rosso. E la Maremma? Qui il discorso è delicato. Gli appassionati di dietrologia si potranno sbizzarrire notando che il leader della Margherita, Francesco Rutelli , è in vacanza da quelle parti in un agriturismo e fa il bagno all’“Ultima Spiaggia”, non lontano da Ansedonia. Dove villeggia un altro centrista, ma del polo opposto: Marco Follini . Inciucio da battigia?, si chiedono i patiti del gossip. Anche se Rutelli e Follini ancora non sono stati visti insieme, neppure per un gelatino a Orbetello Scalo o per un pescetto al ristorante, anzi per un fantastico pescione: magari la Balena Bianca.
Se poi si aggiunge che anche il presidente Casini sta in campagna da quelle parti (a Manciano), allora bisogna celebrare la fine di un’epoca (la Maremma rossastra e radical-chic dei baci sotto gli ulivi fra Occhetto e la sa Aureliana) e l’inizio di una nuova stagione geopolitica: la Maremma neo-moderata dei due poli che si annusano, pur evitando contatti eterologhi. Nel frattempo, alcuni esponenti centristi come il ministro Giovanardi (Udc) e la vice sindaco di Roma Maria Pia Garavaglia (Margherita) insieme ad altri 50 politici stanno prendendo fiato in vista del pellegrinaggio bipartisan in Terra Santa. E chissà che, alla faccia del Metodo Aspen o della retorica del dialogo, non sia questa devota gitarella a salvare la politica italiana molto meglio di qualsiasi riforma o di qualsiasi Lorenzago bis sulle vette, sulle spiagge o sulla Luna.
A proposito di Lorenzago, guai a credere che il fienile in cui la scorsa estate fu concepita la neo-Costituzione stavolta resti vuoto. Sarebbe come disertare la grotta di Romolo e Remo (o Romolo e Remolo, come si usa dire nella politica italiana) da cui nacque l’Italia dell’Urbe. Insomma, Roberto Calderoli e Giulio Tremonti hanno deciso di darsi appuntamento per qualche giorno nella famosa baita del Cadore, «priva di acqua e di elettricità» come narra eroicamente il neo-ministro delle Riforme. Sai che allegria.
In più quest’anno, ammesso che il sottosegretario Brancher raggiunga i due amici per cucinare la polenta, di sicuro non ci sarà D’Onofrio il quale, vestito alla tirolese con le braghette corte di cuoio, faceva divertire un mondo i costituenti dell’estate 2003. Ma in quel fienile, che è una specie di rustica sala parto della politica italiana, adesso verrà messo a punto il rientro autunnale di Tremonti come uomo di raccordo fra Forza Italia e Lega e nuovo alfiere di un federalismo meno ruspante di quello in camicia verde. O forse, a dispetto da tanta politologia e di queste meditazioni da fienile, per reinvetare la politica italiana basta il suggerimento che Umberto Scapagnini, sindaco di Catania e medico di Berlusconi, rivolge ai politici in vacanza: «Consumate molto pomodoro pachino. E’ ricco di kilopene, dà energia e accresce la creatività». An però si smarca, e da Mondragone dove si trova in villeggiatura Mario Landolfi lancia un diktat: «Io mangio mozzarella». Quindi, a settembre, cadrà il governo?
Fonte:
IlMessaggero.it il 09-08-2004 - Categoria:
Politica