PACHINO - Sulla decisione dell'Antitrust di avviare una indagine per appurare le modalità di definizione del prezzo finale nella filiera dell'agroalimentare, il Consorzio Igp si dice favorevole. La questione vede da una parte la grande distribuzione e dall'altra i piccoli produttori. «Nell'attuale fase di grave crisi dell'agricoltura siciliana, la tutela del nostro prodotto a marchio Igp - ha dichiarato il presidente del Consorzio, Sebastiano Fortunato - ci impone di comprendere le dinamiche complesse che mettono a rischio di sopravvivenza le tante aziende che hanno fino a ieri costruito una florida economia basata sul pomodoro di qualità, e che oggi invece vedono messa in discussione la possibilità di rimanere sul mercato». Per il direttore del Consorzio, Salvatore Chiaramida, «sotto questo profilo, a nome delle aziende associate, ci riteniamo parte lesa e intendiamo perseguire tutti i passi necessari a tutelare gli interessi dei soggetti che rappresentiamo, avvalendoci delle facoltà e dei poteri che il ministero delle Politiche Agricole riconosce ai Consorzi come il nostro. Per quello che ci compete, - ha aggiunto Chiaramida - il riconoscimento del giusto prezzo al consumo del nostro pomodoro di Pachino a marchio Igp e dell'equo ricavo da parte di chi lo produce è profondamente compromesso da una serie di fattori che disorientano ed inquinano il perseguimento di una politica dei prezzi sostenibile».
Tra gli aspetti deleteri, il consorzio individua, da una parte, l'introduzione clandestina di pomodoro extraeuropeo spacciato come prodotto siciliano influisce al ribasso sulla corretta valutazione del nostro prodotto sul mercato e dall'altra i meccanismi di una grande distribuzione il cui potere contrattuale è di fatto incontrastabile che permettono il verificarsi di rialzi ingiustificati e totalmente indipendenti, dal rapporto tra domanda ed offerta, che vede le singole aziende fornitrici in posizione subalterna. «In quanto consorzio di tutela, quindi per statuto non coinvolto nelle problematiche di commercializzazione dei nostri soci, - ribadisce il presidente Fortunato - riteniamo giusto non entrare nel merito della libera contrattazione delle aziende con i loro buyers. Ma se il rapporto tra i singoli produttori e il sistema commerciale dovesse evidenziare, come pare emergere, elementi di degenerazione tali da compromettere l'esistenza stessa del nostro comparto agricolo, allora riteniamo doveroso fare sentire la nostra voce per tutelare la categoria». Per queste ragioni il Consorzio Igp chiederà nei prossimi giorni di essere sentito da Antonio Catricalà, presidente dell'Authority.
SERGIO TACCONE
Fonte:
LaSicilia.it il 16-11-2010 - Categoria:
Economia