Salta il Consiglio e scoppia la polemica

PACHINO - Nel giorno in cui è stato reso noto l'esito della camera di consiglio del Tar di Catania che ha reintegrato nelle sue funzioni l'assessore Giliberto, è saltata ancora la seduta del consiglio comunale prevista per la serata del 29. Il civico consesso era stato convocato in via urgente dopo che, e per l'ennesima volta, la seduta era saltata anche nella serata del 23. In quell'occasione la discussione si era arenata sulle spettanze dovute al difensore civico nonché sui punti relativi al condono di alcuni tributi comunali. Questa volta però il mancato svolgimento dell'assemblea non è stato legato all'assenza dei consiglieri, bensì a problemi di natura tecnica.
All'inizio della seduta infatti, il consigliere Ferrara faceva notare al presidente come nell'odg non fosse stato inserito il punto relativo alla nomina degli scrutatori, per cui veniva a mancare il presupposto di legittimità della seduta. All'intervento di Ferrara seguiva quello di Di Fede che rincarava la dose, evidenziando come la convocazione consiliare fosse avvenuta nella giornata di mercoledì 24, e da quella data al 29 non intercorressero le 24 ore di giorni non festivi che la legge prevede per permettere ai consiglieri di conoscere i documenti relativi all'odg. Da ciò ne derivava che la seduta non poteva essere considerata valida. Gli interventi dei due consiglieri di opposizione coglievano impreparati il presidente Nicastro ed il segretario comunale Innocente che proponevano una breve sospensione. Alla ripresa dei lavori, il segretario comunale chiariva che "la nomina degli scrutatori poteva non essere necessaria in una seduta urgente in cui non si doveva procedere ad una votazione a scrutinio segreto, mentre per la seconda obiezione, effettivamente i tempi tecnici di convocazione non erano stati rispettati". Pertanto Nicastro dichiarava la non procedibilità della seduta, slittando sine die quindi i punti relativi al condono di alcuni oneri tributari che avrebbero dovuto comportare delle conseguenze positive per le tasche dei cittadini. Slitta anche la discussione sull'indennità di carica del difensore civico.

A tal proposito, secondo indiscrezioni pare che la maggioranza si sia accordata per riconoscere all'avvocato Di Pasquale un'indennità pari a 7 milioni di lire mensili. Ciò ha suscitato aspre reazioni da parte dell'opposizione che con Di Fede commenta "Di Pasquale sarà uno dei difensori civici meglio remunerati, dato che il suo onorario sarà di gran lunga più alto di quello di un funzionario. Si tratta di una vera offesa alla povertà". Intanto montano le polemiche. La mancata seduta consiliare va ad aggiungersi infatti ad un quadro politico già incandescente, costituito oltre che dal reintegro di Giliberto che farebbe salire a tre il numero degli amministratori dell'Udc, anche dalla vicenda di An che, a questo punto, potrebbe accettare anche un solo assessore, mettendo in difficoltà così il primo cittadino che, con il reintegro prescritto dal Tar, non ha più a disposizione alcun posto in giunta. L'ipotesi di un ingresso di An inoltre, non fa che frammentare ulteriormente la coalizione di Barone. Forza Italia infatti caldeggia l'ingresso del partito di Fini in maggioranza, tanto che il consigliere Di Pietro nei giorni scorsi ha proposto un meccanismo di turnazione per assicurare al partito di destra i due amministratori richiesti. Ma questa ipotesi viene però bocciata senza appello da Rinascita che respinge la proposta qualificandola come "male maggiore". Non mancano di far sentire la loro voce anche Ferrara e Guastella che, parlano di "maggioranza disastrosa non soltanto sul piano politico ma anche tecnico-amministrativo. Non si può non tenere conto che errori madornali sull'avvicendamento degli assessori abbiano portato al reintegro sancito dal Tar, e ad una paralisi consiliare mai registrata prima".

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 31-12-2003 - Categoria: Politica

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