PACHINO - “Per salvare il finanziamento del Pit Fascia Costiera si dovrà fare molto in fretta e non c'è alcuna garanzia di poterlo salvare”. È quanto ha spiegato in consiglio comunale, nei giorni scorsi, l'assessore ai lavori pubblici Michelangelo Blandizzi che a tutti i costi vorrebbe ottenere il lauto finanziamento che rischia di andare in fumo se ulteriori pastoie burocratiche si frapporranno nelle settimane a venire. La data ultima per appaltare i lavori sarà il sette dicembre di quest'anno. Si tratta dunque di una vera e propria corsa contro il tempo. Il finanziamento in questione di cui Pachino dovrebbe beneficare, ammonta a più di due milioni e mezzo di euro e prevede il rifacimento dell'intera fascia che va da Marzamemi a Portopalo.
L'iter del progetto non è mai stato fortunato. Rispetto all'originale infatti il comune di Pachino fu costretto ad apportare delle modifiche ed un sostanziale ridimensionamento al fine di vedere aumentare le chance di assegnazione dei fondi. Quando tutto sembrava andare per il meglio, la Regione chiese dei particolari studi botanici probabilmente a seguito del fatto che il progetto investe per buona parte un'area di interesse comunitario.
Nello scorso consiglio poi gli ennesimi intoppi: un privato infatti, prima delle istituzioni delle zone protette, avviò dei lavori per la costruzione di un immobile che attualmente si trova in sanatoria e per il quale ha vinto anche un ricorso al Tar che gli ha dato parere favorevole nonostante l'immobile non rispetti la distanza di 150 metri dalla battigia. Un provvedimento, quello del Tar di Catania, giustificato dal fatto che tra la costruzione ed il mare c'è una strada costituita dal viale Lido. I proprietari hanno fatto delle osservazioni al progetto di recupero finanziato con i Pit affinché si tenga conto del loro immobile. Ciò potrebbe dare il via ad ulteriori intoppi che a questo punto osterebbero definitivamente, a seguito della scadenza dei termini, all'arrivo dei fondi comunitari. Il consiglio comunale ha deciso di respingere le osservazioni proposte dai privati evitando così l'eventuale stralcio dal progetto di riqualificazione. Una decisione giudicata sbagliata dall'assessore al ramo che invece voleva accogliere le osservazioni in maniera da evitare possibili ricorsi. In un secondo tempo infatti, a parere dell'assessore Blandizzi, l'immobile poteva sempre essere espropriato e ricongiunto all'area recuperata con i fondi comunitari. Anche su questa scelta la maggioranza non è stata unitaria. Chi avrà ragione lo si vedrà tra poco più di 15 giorni allorquando dovranno essere completati gli iter necessari.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 19-11-2006 - Categoria:
Cronaca