PORTOPALO - Pachino e Portopalo di Capopassero sono in fermento perché le mille persone fra comparse e interpreti non professionisti di «Salvatore. Questa è la vita» il film diretto dal pachinese Gian Paolo Cugno (dai 31 nelle sale), che verrà presentato per la prima volta in pubblico giovedì alla Festa del cinema di Roma (sezione Alice) sono di qui, come il piccolo protagonista, Alessandro Mallìa. Alessandro, 12 anni che compirà proprio dopodomani mentre sarà in viaggio per Roma, frequenta la seconda classe nella Media di Portopalo ed ha due fratelli maggiori. Anzi è anche zio di un "Piccolo Carmelo" nome che ha scelto di dare all'imbarcazione con la quale va a pescare al largo dell'Isola delle Correnti, in compagnia di un amico adulto, alzandosi alla 5 del mattino. Tale nella vita quale nel film. Non ha dubbi: «Da grande voglio fare il pescatore». Parte con lui una vera delegazione di parenti, amici, attori non professionisti e comparse per assistere all'anteprima romana. «Salvatore. Questa è la vita» è una storia scritta dallo stesso Gian Paolo Cugno che l'ha sceneggiata per il cinema assieme a Paolo Di Reda. Opere di narrativa («Passi nel buio» e «La donna di nessuno»), nel cinema una vasta esperienza tecnica e di aiuto regista, documentari sulle città d'arte italiane, il cortometraggio «Il volto di mia madre» presentato anche alla Cinemathèque di Parigi, Cugno è stato ideatore e, per due edizioni curatore, del Festival del cinema di frontiera di Marzamemi. Quest'anno ha curato il «Cortopalofilmfestival» appena conclusosi. Il film girato tra Pachino e Portopalo, con la collaborazione dei due Comuni e di tanti volenterosi, ha per protagonista Salvatore, un bambino che ha un compito enorme: sostituire il padre morto in un incidente sul lavoro, mandando avanti la piccola azienda di coltivazione di pomodori di famiglia e mantenendo la sorellina e l'anziana nonna (Lucia Sardo). Così spesso diserta la scuola. Il maestro (Enrico Lo Verso) venuto da Roma decide di aiutarlo, al di là del proprio ruolo istituzionale, anzi mettendo a rischio la carriera. La Buena Vista International con questo film a tutti gli effetti italiano, ha scelto Gian Paolo Cugno per portare sullo schermo una storia dal grande cuore nella migliore tradizione italiana con lo stile Disney di intrattenimento per tutta la famiglia. La pellicola punta su grandi valori umani e personali e vuole commuovere e divertire. Nel cast attori della stazza di Enrico Lo Verso (il maestro), Giancarlo Giannini (Timpaliscia), Lucia Sardo (la nonna di Alessandro), Galatea Ranzi (l'assistente sociale), Gabriele Lavia (il direttore della scuola), Ernesto Mahieux (Il bidello), Maurizio Nicolosi (il papà di Salvatore). «Una favola d'oggi», così la definisce il regista e così la vede il produttore italiano, Pietro Innocenzi, che è stato subito colpito dal soggetto rivedendovi se stesso fanciullo costretto a lavorare per aiutare la famiglia. Ha proposto la storia alla Buena Vista International e l'avventura è cominciata. Una storia autenticamente siciliana ma di valenza universale. Per Gian Paolo Cugno - che ci fa da guida a Portopalo nei luoghi e fra personaggi di «Salvatore» - la strada maestra è la parola, la scrittura. «Per girare un bel film occorre una bella storia». Le storie lui se le scrive da solo, le cerca spesso nella vita quotidiana, e stavolta proprio nel suo luogo d'origine, l'estremo lembo sud della Sicilia fra Pachino e Portopalo di Capopassero, fra il verde della campagna interrotto dalla plastica delle serre di pomodorini e l'azzurro mare africano.
Cugno sin da ragazzo andava in cerca di storie («Mi piaceva guardare nelle case della gente che a Pachino allora stava con le porte aperte. Spesso arrivavo a casa da scuola in ritardo perché mi invitavano ad entrare e a sedermi a tavola»). «Salvatore» nasce in quest'ambiente agreste e marinaro, ancora semplice. E' la storia di un ragazzo speciale: così Alessandro nella vita come il Salvatore che vedremo a giorni sullo schermo. Di buoni sentimenti. «Ma non è possibile che esistano ragazzi così mi dicono. Certo questa non è storia da grande città ma qui, in quest'estremo sud, la vita ha un ritmo più semplice e certi valori contano ancora» afferma il regista. Alessandro ci conduce subito a vedere la sua barca, quella che vorrebbe battezzare "Piccolo Carmelo", nel porto del paesino di pescatori fra un odore penetrante di resti di pescato. Saltiamo tutti dentro l'imbarcazione. Hai mai avuto paura in mare durante le riprese? Tace. Risponde il regista: «E' successo che mentre giravamo la scena in mare in cui lui doveva guidare la barca e a bordo c'eravamo l'operatore con la macchina da presa ed io, in un punto di basso fondale si è alzata un'onda. Alessandro ha avuto paura e ha cominciato a gridare "Sei pazzo, sei pazzo. Bastardo". La barca era piccola, col motore fuori bordo. Mi sono subito accorto del pericolo. Sono marinaio anch'io, vado in mare da bambino. Gli ho urlato allora - per uscire dal cavo dell'onda - "Alessandro, accelera, accelera". Lui è stato bravo, ha accelerato. E siamo usciti dal cavo dell'onda evitando il rischio che la barca si capovolgesse». Andare a pescare è una prassi qui per tutti. Non è una finzione del film. «Il pesce più grosso che ho pescato personalmente - usando la "rapala" (uno strumento per la pesca a traino n.d.r.) - è un cerniotto di qualche chilo preso vicino all'Isola delle Correnti» dice il ragazzo. Alessandro non riesce a star fermo. Interrompe la conversazione, accende il motore. «Il motore è una droga per lui, qualunque tipo di motore». Da grande cosa vuoi fare? «Il pescatore». Ma il regista - che ormai è suo grande amico - gli consiglia di non abbandonare la scuola e di proseguire gli studi dopo la Media (frequenta la seconda classe). Dopodomani è il suo compleanno e Alessandro prega Gian Paolo Cugno: «Per favore regalami una lapa».
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Fonte:
LaSicilia.it il 16-10-2006 - Categoria:
Cultura e spettacolo