Lo stato di salute della sanità nella zona sud. Su questo tema si sono riuniti i consigli comunali dei cinque comuni interessati: Avola, Noto, Rosolini, Pachino e Portopalo. Presente anche il sottosegretario Nicola Bono. Una circostanza eccezionale che è servita per fare il punto della situazione su un tema che da decenni fa notizia e quasi sempre in senso negativo.Dopo i saluti di rito di Ornella Burgaretta, massimo rappresentante del civico consesso di Portopalo, è stato Fernando Cammisuli, sindaco del comune portopalese e presidente della conferenza dei sindaci della zona sud, a dare il via agli interventi. «Questa tematica tocca tutti noi, nessuno escluso - ha esordito Cammisuli - e i sindaci interessati, nonostante il grande impegno, non hanno ottenuto grossi risultati per il disinteresse della deputazione regionale che poco o nulla ha fatto per farsi carico delle nostre richieste». Il punto nodale è l'accordo del 2 settembre 2002, l'imperativo è puntare alla qualità. «E' questo l'obiettivo da inseguire - ha aggiunto il sindaco di Portopalo - e rilanciare anche l'osservatorio con il coinvolgimento anche delle forze sindacali. Ma se manca la volontà politica di chi sta al governo della Regione, non andremo lontani anzi, non otterremo nulla».
Il primo cittadino di Rosolini, Giovanni Giuca, ha sottolineato soprattutto il ruolo delle associazioni di volontariato: «Senza realtà come la Misericordia - ha dichiarato Giuca - la situazione sarebbe ancora più disastrosa nel nostro territorio, visto che il 118 effettua il trasporto solo per Avola e Noto mentre i cittadini chiedono di recarsi a Modica o Ragusa, dove i servizi sono migliori perché in quella provincia le risorse evidentemente ci sono».
Giuca ha quindi posto l'accento sull'apertura del Pte a Rosolini: «Quello che va chiesto alla direzione dell'Asl di Siracusa - ha proseguito Giuca - è il perché della soppressione di alcuni servizi, tornando alle convenzioni con i privati?»
Anche il rappresentante del comune di Noto, l'assessore alla Sanità Corrado Mina, ha ribadito gli eccessivi costi per convenzioni con i privati e per i convenzionati esterni, più alti ad esempio che nella provincia di Ragusa. Roberto Valerini, vicesindaco di Pachino, ha invitato i presenti a non sparare sempre e soltanto sui privati. «In determinate occasioni - ha detto Valerini - sono i privati a evitare guai seri per le strutture pubbliche. Mi riferisco ad esempio alla neurochirurgia o alla neurologia. Chiediamoci infatti cosa sarebbe accaduto senza la presenza di una struttura privata specializzata in neurochirurgia nella nostra provincia». Valerini ha inoltre criticato la scelta della direzione generale di Siracusa di togliere il servizio Cardiovox a Pachino: «L'apparecchiatura che dovrebbe sostituirlo a Pachino non c'è» ha concluso il vicesindaco pachinese che si è poi soffermato sulla mancata attivazione di radiologia a Pachino, promessa a suo tempo dalla precedente direzione generale dell'Asl 8, e sull'incompiuta della residenza sanitaria assistita. Intanto all'ospedale di Pachino, come in precedenza aveva sottolineato Cammisuli, incompiuta di proporzioni colossali, va sempre la palma di «cattedrale nel deserto ed esempio di sprechi senza fine in ristrutturazioni».
Il sottosegretario Bono invece si è soffermato sull'accordo del 2 settembre 2002. «E' la base di partenza per ogni iniziativa - ha dichiarato Bono - poiché quello è un buon accordo. «E' assurdo infatti pensare a due strutture ospedalierie identiche a soli sei chilometri di distanza. A Noto devono esserci i servizi ospedalieri di base e ad Avola quelli della specialistica. L'accordo del 2002 ha tolto gli inutili doppioni». Il presidente del consiglio comunale di Avola, Fabio Cancemi (ideatore del Consiglio comunale congiunto sulla sanità nella zona sud,) ha invitato tutti gli attori istituzionali a non sprecare questa opportunità, considerando non solo la questione «ospedale d'area Noto-Avola» ma anche le esigenze del resto del territorio.
Sergio Taccone
Fonte:
LaSicilia.it il 23-01-2005 - Categoria:
Cronaca
Fattori territoriali di sviluppo integrato
Quando si valutano le potenzialità di sviluppo di un territorio in termini di attrazione di risorse di investimenti esogeni ed endogeni e di sviluppo integrato e di marketing territoriale, uno dei primi, determinanti, fattori di valutazione ponderale, insieme ad altri,acqua,strumenti urbanistici,legalità,disponibilità mentale e cultura degli amministratori ad accogliere e favorire investimenti, uffici tecnici efficenti e aperti: è dato, anche e sopratutto, dalla qualità e dalla quantità di attrezzature sanitarie presenti in quel determinato territorio. Se gli elementi di composizione del quadro generale di riferimento territoriale risultano scompensati dalla carenza di più fattori e di qualche essenziale servizio territoriale di base: automaticamente viene a mancare la premessa essenziale perché si attui, lo sventolato e ventilato, potenziale, sviluppo integrato locale. Pertanto, è quasi inutile, caro Onorevole Bono e carissimi amministratori locali e provinciali( non me ne vogliate per la puntualizzazione)portare risorse al territorio, se poi questo sviluppo generale viene ostacolato da quello che secondo i "manuali" e i modelli economico-matematico di sviluppo, è un dei principali fattori essenziale di base per il decollo economico e culturale di un territorio. Pertanto, sarebbe il caso, visto le lunghe ombre negative che si stagliano sul nostro Promontorio, allargato alla cuspide del sud-est siciliano di Siracusa: che in questo delicato settore, se avete davvero a "cuore" una politica per i cittadini e per lo sviluppo economico generale, cosa che si stà rilevando ogni giorno più vana: che in sinergia con il governo regionale, dove siete in ampia maggioranza, ci si concentrasse per attuare questa sinergia politica per fare seguire alle cose dette, con le parole, i fatti e le realizzazione concrete dei servizi PTE concordati nel 2001! Siamo nelle vostre mani e i cittadini aspettano, come al solito, fiduciosi: che qualcosa si faccia, una volta per tutte,ma sul serio!
Saluti integrati Spiros