Il problema della sanità nella zona sud ritorna alla ribalta della cronaca, in quanto il sindacato della Cgil, riguardo alla rifunzionalizzazione del presidio ospedaliero Avola-Noto, denunzia che, fino ad oggi, sono stati più gli impegni disattesi che le promesse mantenute in seguito all'intesa raggiunta a Palermo il 2 settembre del 2002 con la firma del protocollo sottoscritto dalle forze sindacali, dai sindaci del comprensorio, dai dirigenti dell'Azenda unità sanitaria locale 8 di Siracusa e dall'assessore regionale alla Sanità, Ettore Cittadini. In un documento, della Cgil provinciale e della Funzione pubblica, sottoscritto dal segretario confederale Marcella Coppa, del responsabile sanità della zona sud Paolo Nigro e da Enzo Vaccaro per la segreteria provinciale, funzione pubblica, si legge: «Il sindacato più volte ha denunziato i rischi che la parziale realizzazione del piano di rifunzionalizzazione dell'ospedale d'area Avola-Noto avrebbe potuto determinare per i cittadini della zona sud, in ternmini di inadeguata assistenza sanitaria e risposte certe alla domanda di salute di questa parte di popolazione.
«Abbiamo denunciato in questi mesi, con forte convinzione, - si legge ancora - che il processo di accorpamento delle divisioni e dei servizi tra i due ospedali avrebbe dovuto essere accompagnato da un qualificato progetto di potenziamento di entrambi le strutture con la individuazioni di nuove divisioni e servizi. «Nei fatti - sostengono i tre rappresentanti del sindacato - gli accordi siglati sono stati disattesi in assenza di procedure certe riguardo le nuove risorse finanziarie e necessarie per mettere in atto l'accordo siglato».
Poi denunziaono che grave è stata la scelta dei sindaci della zona sud di rompere unilateralmente, nel dicembre dell scorso anno, le ragioni di unità e collegialità che avevano ispirato la costituzione dell'Osservatorio sulla sanità al quale inizialmente avevano aderito anche le organizzazioni sindacali e gli stessi sindaci, con la firma di un protocollo d'intesa.
Per i motivi detti, la Cgil cercherà di contrastare, chiamando eventualmente alla lotta i cittdini, le iniziative di contrasto al progetto di smantellamento del servizio sanitario, al fine di sostenere il ruolo del sistema sanitario pubblico e il diritto alla salute per tutti i cittadini.
Se da una parte la giunta regionale ha stanziato dei fondi per l'istituzione di alcuni repati nell'ospedale «Di Maria» di Avola dall'altra ora si dovranno trovare i fondi per il potenziamento e non la chiusura delle guardie mediche di Testa dell'Acqua e di Portopalo che rischiano la chiusura, con un evidente depotenziamento dei servizi territoriali sanitari, che sono quelli che costano meno e che hanno anche il compito di costituire una sorta di calmiere ai ricoveri impropri.
di Benito Tagliaferro
Fonte:
LaSicilia.it il 07-03-2003 - Categoria:
Cronaca