«Sarà l’ennesimo buco nell’acqua»

«Sarà l’ennesimo buco nell’acqua» PACHINO -«La mozione di sfiducia si risolverà nell'ennesimo buco nell'acqua». È quanto affermato dal sindaco Giuseppe Campisi che ieri, nel commentare la notizia della nuova mozione di sfiducia a suo carico è stato un fiume in piena. «Siamo alla terza mozione in poco più di 14 mesi, -ha affermato il primo cittadino- ossia da quando la giunta della prima ora rassegnò in massa le dimissioni. Praticamente ogni 4 mesi a qualcuno viene il mal di pancia. Ma dove vogliono arrivare? Questa mozione di sfiducia è l'ennesima vergogna, ed è stata presentata nonostante l'opposizione sia ben consapevole di non avere i numeri. Il gruppo che mi sostiene è infatti ben solido ed a dimostrarlo è l'altra mozione di sfiducia, quella al presidente del consiglio, presentata prima che l'opposizione protocollasse la sfiducia al sindaco e che reca otto firme su venti». Secondo il primo cittadino in questo modo si vuole solamente minare la città, e non si fanno gli interessi di Pachino. «Le accuse che mi muovono sono inconsistenti, -ha continuato-. Mi si accusa di avere aumentato del 60% la tassa della spazzatura che invece è un provvedimento legittimo, ed a testimoniarlo sono ben due pareri forniti, uno dell'Anci Sicilia ed uno del Ministero dell'Interno. Sono dei bugiardi poiché danno delle false verità alla cittadinanza, ed a spingerli è la sete di potere e lo stare lontani dalla stanza dei bottoni».

Poi Campisi ha assestato dei colpi duri nei confronti del presidente del consiglio comunale Salvatore Blundo. «L'opposizione ha fretta e cerca di sfiduciarmi per proteggere il presidente del consiglio Salvatore Blundo. Vogliono sfiduciarmi prima possibile perché il prossimo 9 settembre scade il termine ultimo concesso dal Tar per la demolizione dell'immobile di Blundo sul quale pende un processo per abuso edilizio, e perché ad ottobre sarà discussa un'altra causa per calunnia e diffamazione poiché io a Blundo l'ho denunciato. È questa la verità che nessuno dice!». Il sindaco poi ha analizzato anche l'ipotesi secondo cui l'opposizione potrebbe bocciare il bilancio e determinare lo scioglimento del consiglio. «Non lo faranno perché sono vigliacchi e vogliono salvare a tutti i costi la poltrona. Invece probabilmente vogliono che sia la compagine vicina al sindaco ad approvare i conti, magari in seconda convocazione quando bastano 8 consiglieri per la validità della seduta, salvando il loro posto. I consiglieri di maggioranza comunque sono pronti a votare il bilancio che è un atto dell'amministrazione e come tale può non piacere ma va votato». Intanto il presidente del consiglio Blundo ha fissato le date per discutere le sfiducie. Si partirà con quella verso lo stesso presidente che sarà discussa lunedì 8 settembre, mentre il 12 ci sarà quella del sindaco.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 03-09-2008 - Categoria: Politica

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Il minimo che si possa pensare e dire nel leggere la reazione del Sindaco Campisi alla notizia dell’ennesima mozione di sfiducia promossa contro la sua persona è: “INDECENTE!”
Cito dal testo dell’intervista: “...a spingerli è la sete di potere e lo stare lontani dalla stanza dei bottoni” ed, a proposito dell'ipotesi secondo cui l'opposizione potrebbe bocciare il bilancio e determinare lo scioglimento del consiglio, “...Non lo faranno perché sono vigliacchi e vogliono salvare a tutti i costi la poltrona”.
Ebbene caro Sig. Sindaco è di tutta evidenza che colui che finora ha mostrato con maggiore tenacia “attaccamento alla poltrona” altri non è se non Lei, che ha:
a) cambiato casacca politica in spregio al voto dei cittadini di Pachino (che l’hanno eletta in una maggioranza di centro sinistra);
b) che non ha alcun pudore a difendere un percorso amministrativo del tutto fallimentare alla luce del nulla realizzato in due anni di mandato;
c) che si ostina ad amministrare avendo dalla sua parte solo una minoranza senza alcun colore politico in consiglio comunale, ovvero quella stretta che le serve per non essere sfiduciato e considera ogni sfiducia fallita una vittoria personale anziché una triste sconfitta per Pachino.

Un amministratore appena un po’ coscienzioso avrebbe già da tempo ammesso la impossibilità di governare in queste condizioni e rassegnato le dimissioni guadagnandoci enormemente in dignità personale (voglio ricordare l’esempio del Sindaco Latino) ma oggi appare di tutta evidenza che lo scopo non è governare, ma semmai, non mollare.
Ed i successivi passaggi nel quali il Sindaco si diffonde in attacchi al Presidente del Consiglio Blundo (del quale, sia chiaro, non sto in alcun modo difendendo l’operato) ci danno l’esatta dimensione della follia amministrativa che i pachinesi sono costretti a vivere e di cui sono ostaggio.
Altro non è se non un duello rusticano che vede Sindaco da una parte e Presidente del Consiglio Comunale con i rispettivi seguiti dall’altra.

Purtroppo, in questa triste vicenda ci finiscono tutti i consiglieri che siedono in Consiglio, anche quelli (pochi a dir la verità) per i quali le parole “interessi dei pachinesi” non sono una vuota ed ipocrita formuletta utile a prendere la gente per i fondelli e farsi i cavoli propri e del proprio gruppo.

E noi ….. elettori e cittadini?


p.s. Prendo atto, dopo il mio scritto molto critico sulle inadempienze del Consiglio Comunale in tema di nomine, della celerità con la quale si è proceduto alla nomina del Collegio dei Revisori che, da quel che ho letto, sembra essere stata fatta con i soli voti dell’opposizione in barba alla normativa che vorrebbe fossero garantite anche le minoranze.
Poco importa se, in questo caso, la minoranza è quella che appoggia l’Amministrazione.
Sta di fatto che il principio voluto dalla legge è che, nel garantire una nomina su tre alla minoranza, si difende un principio di pluralismo che è a garanzia della collettività perché è quella che va garantita e non i rapporti di forza tra le fazioni politiche.
Senonché a Pachino, dove la parola "fair play" e del tutto sconosciuta, tutti riescono a fare i “furbetti del quartierino” e così (sempre in nome della lotta tra Guelfi Campisi e Ghibellini Blundi) ci si accaparra a tutti i costi tutte le nomine praticando, se le esigenze lo richiedono (e sarebbe interessante interessarsi di quali esigenze), l’antico vezzo esterofilo che induce i pachinesi a cercare altrove professionalità che, in loco, non mancano di certo.

Cordialmente.
Giancarlo Barone

Mi sembrava opportuno con riguardo al post scriptum del dott. Barone porre una serie di mie personali perplessità.
premesso che nulla dice lo statuto comunale sulla garanzia delle minoranze in relazione alla nomina dei revisori dei conti, mi chiedo come mai si citano principi (che potrei condividere) di pluralismo e di garanzia delle minoranze in relazione alla nomina di organi tecnici che, astrattamente, dovrebbero garantire il loro operato prescindendo dall'appartenenza politica adempiendo ai doveri di diligenza e veridicità delle loro attestazioni?
Come mai questo discorso circa la garanzia delle minoranze non è stata fatta relativamente alla permanenza in consiglio comunale di un presidente e vice- presidente che provengono dalla medesima "fazione" politica?
Mi sembrerebbe molto più coerente politicamente garantire le opposizioni negli incarichi di natura politica, ossia nei luoghi preposti alla dialettica ed all' azione di indirizzo politico(quali il consiglio comunale e quindi la presidenza o vice-presidenza del consiglio) dove il rapporto tra maggioranza ed opposizione deve essere svolto in assoluta pari dignità!! presuppongo,invece, che un organo tecnico risponde ad un codice di comportamento deontologico e viene nominato sulla base di una serie di requisiti di carattere tecnico e non certamente politico per cui tali problemi, almeno teoricamente, non si dovrebbero neanche porre!
Visto che la nomina è stata condivisa da tutta l'opposizione(da noi maggioranza numerica in consiglio) della quale fanno parte i consiglieri del PD,mi chiedo se Lei non pensa alla luce di quanto scritto nel suo commento che in fin dei conti il suo partito non è certamente indenne dal modo di far politica che lei condanna aspramente?

Solo per rispondere a Marco Caruso, che ringrazio per le questioni sollevate e le domande poste (trattasi di dibattere su una questione e questa è sempre una cosa utile... a patto di ascoltarsi vicendevolmente).
Partendo dall'ultima domanda trovo che nella mia aspra critica fosse implicito che non condivido "questo modo di fare politica" dal quale, per ciò che è avvenuto, non sembra essere indenne neanche il PD.
Non provo grande stima per quei funzionari di partito che riuscirebbero (convinti) a sostenere che la terra è piatta solo perchè lo dicono i vertici del loro partito e quindi non difendo l'indifendibile.
Chiarito questo (ma mi auguro che la domanda non sia strumentale solo per far emergere responsabilità di singoli a fronte di un comportamento condiviso da molti) condivido anche l'orientamento espresso circa le altre due questioni poste, ovvero:
a) che le minoranze politiche vanno garantite anche attraverso le nomine politico-istituzionale e quindi, se forse maggioranza e minoranza avessero avuto pari dignità rappresentativa in consiglio comunale (per intenderci Presidenza all'una e Vice-Presidenza all'altra), probabilmente ci troveremmo a vivere tutti in ben altro clima;
b) è ovvio che un tecnico garantisce (cito) "almeno teoricamente" con la propria deontologia professionale, ed infatti nulla autorizza ad estendere la mia critica ai colleghi commercialisti nominati.
Io ho messo sotto accusa il comportamento dei politici che (appunto), sapendo che l'organo di revisione non può e non deve rispondere a condizionamenti politici, si affannano tuttavia ad accaparrarsi le nomine.
Perchè?
Cordialmente.
Giancarlo Barone