Un barcone con quasi 200 immigrati clandestini provenienti da diversi paesi africani, soprattutto da Somalia ed Eritrea, è stato intercettato ieri pomeriggio a circa quattro miglia al largo di Portopalo. Era diretto verso Catania, ma la Capitaneria di Porto di Siracusa, intervenuta in seguito alla segnalazione di pescatori, ha ritenuto che ogni metro di navigazione in più per quell'imbarcazione in cattivo stato e con tanti bambini e donne a bordo, sarebbe stato un grosso rischio. È stata presa così la decisione di guidarla verso il porto di Siracusa. Ma a questo punto è successo qualcosa che nessuno si aspettava. Ad ogni tentativo di avvicinamento della motovedetta della Capitaneria, il barcone, con manovre a volte anche pericolose, si allontanava. Il motivo di quello strano comportamento era che i clandestini credevano di trovarsi in prossimità di Malta e non volevano saperne di sbarcare, perché il loro unico obiettivo era arrivare in Italia. A un certo punto dalla motovedetta è stata lanciata una cima conto l'elica del vecchio motopesca, alla quale si è imbrigliata, bloccandola. Il sottufficiale della Guardia Costiera Paolo Cascione è riuscito così a saltare sull'imbarcazione dei clandestini. Ma tra quei disperati il militare ha trovato un'accoglienza ostile ed ha dovuto urlare e mostrare i propri documenti per farsi ascoltare e spiegare che era italiano e che lui e i suoi uomini volevano solo condurli al porto più vicino.
Solo a quel punto è stato possibile soccorrere bambini e donne. A decine sono stati caricati sulla motovedetta della Capitaneria e su quelle della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza nel frattempo sopraggiunte, e trasportati sino alle banchine del porto grande. Lì era stato allestito, intanto, un campo per l'accoglienza e il primo soccorso. Otto, le cui condizioni destavano una certa preoccupazione, sono stati trasportati in ospedale. Tre sono stati ricoverati: una donna che da un momento all'altro potrebbe partorire, un bambino di appena un anno e un'altra donna con un braccio fratturato. Dei quasi duecento clandestini una decina sono i piccoli che hanno al massimo poco più di un anno di età. Almeno altri dieci quelli che non arrivano a sette anni. E poi ci sono decine di donne. Tra i cento arrivati sul barcone trainato da una motovedetta ci sarebbero anche due “scafisti”, che sarebbero già stati posti in stato di fermo. Nel campo allestito sulle banchine del porto, alla cui organizzazione ha lavorato personalmente l'assessore comunale alla protezione civile Enzo Vinciullo, i disperati hanno avuto assistenza medica, pasti caldi e la possibilità di riposarsi. In nottata dovrebbero essere partiti alla volta del centro di prima accoglienza di Crotone.
Santino Calisti
Fonte:
La Gazzetta del Sud il 22-08-2003 - Categoria:
Cronaca