Sbarchi, emergenza sanitaria «Urgono interventi più forti»

PACHINO - Un'emergenza umanitaria sempre più eclatante. Quest'estate sono stati molti gli sbarchi clandestini che si sono verificati sulle coste portopalesi e pachinesi. Ogni sbarco è diverso dall'altro, ogni uomo arrivato nel nostro Paese ha una storia alle spalle e un suo bagaglio di esperienze, una cosa però accomuna tutte le persone che sbarcano, ovvero la necessità di avere assistenza. «Quando arrivano nel nostro paese i cosiddetti "clandestini" - spiega il dottore Pietro Ferrara - si mette in moto una validissima macchina di aiuti che cerca di aiutare le forze dell'ordine nei primi, tristi e confusionari momenti dello sbarco. Io - continua il medico - guardo però al dopo. Molti extracomunitari riescono a trovare lavoro e ad integrarsi perfettamente nel territorio ma, questo non basta». Ferrara, da medico, guarda alle necessità sanitarie di questi cittadini che, nei primissimi tempi della loro permanenza in città avranno bisogno di assistenza sanitaria.

«Molti immigrati, anche se regolari, non si recano dal medico perché vi sono serie difficoltà comunicative e poi, dal mio punto di vista, tra medico e paziente si crea un rapporto quasi conflittuale. Oltre ai problemi legati alla lingua parlata entrano in gioco altre variabili come il quadro clinico del paziente e la difficoltà per il medico di interagire con una cultura, anche sanitaria diversa dalla nostra. Questo porta gravi difficoltà sia per il paziente quanto per il medico che non riesce ad affrontare la situazione nel migliore dei modi». E quindi bisogna prendere delle contromisure: «Proprio per questo motivo e quindi per affrontare al meglio la professione medica sarebbe opportuno creare una mediazione a 360 gradi».

Silvestra Sorbera
Fonte: LaSicilia.it il 02-10-2006 - Categoria: Cronaca

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