PORTOPALO - Gli sbarchi di migranti continuano a registrarsi in questo lembo estremo di Sicilia con andamento puntuale di anno in anno e con essi gli interventi di salvataggio che vedono impegnate le unità della Guardia Costiera e delle Fiamme gialle che con impegno e solerzia garantiscono il buon esito dell'approdo dei migranti che in precedenza sono stati intercettati in mare aperto. Così è stato in occasione dell'ultimo sbarco, registratosi tre giorni fa al porto. In pochi, infatti, hanno notato l'intervento della motovedetta Cp2203, dell'Ufficio locale marittimo di Portopalo, che non solo ha trovato il barcone carico di migranti ad alcune miglia da Capo Passero, ma hanno fatto sì che il barcone, in prossimità dell'area portuale non finisse sugli scogli.
«Sarebbe stata una tragedia se ciò si fosse verificato - afferma il maresciallo Antonio Giuliano di Locamare - poiché a bordo c'erano anche donne in stato di gravidanza e bambini. Abbiamo fatto in modo, anche con l'aiuto delle persone che si trovavano a terra, che ciò non avvenisse e che il barcone potesse approdare senza problemi al molo dove sono cominciate le operazioni di primo soccorso». E non certo facili si erano rivelate le operazioni di individuazione del natante in mare aperto. «Abbiamo seguito il nostro intuito - aggiunge il sottufficiale in servizio a Locamare Portopalo - ma soprattutto l'esperienza acquisita in questi anni». Già alcuni anni fa l'equipaggio della motovedetta 2203 entrò in azione per salvare parecchi migranti finiti in mare dopo il ribaltamento della carretta che li trasportava.
SERGIO TACCONE
Fonte:
LaSicilia.it il 19-03-2009 - Categoria:
Cronaca