Schiacciati dalle frodi più fondi per i controlli

Schiacciati dalle frodi più fondi per i controlli (Mario Barresi) «Il nostro principale nemico è la contraffazione, urgono fondi per interventi concreti nei settori della grande distribuzione organizzata e della ristorazione». L'allarme l'aveva lanciato, qualche giorno fa, il direttore del Consorzio Igp (Indicazione geografica protetta) "Pomodoro di Pachino", Salvatore Chiaramida. Che era stato facile profeta dell'ennesima maxi-truffa consumata sulla pelle di migliaia di agricoltori onesti. Oltre che su quella di milioni di consumatori ignari di ciò che portano sulle proprie tavole. La notizia del sequestro di oltre 22 tonnellate di pomodorino tunisino spacciato per siciliano rimbalza a Pachino proprio in un momento delicatissimo per i produttori del sud-est isolano (il disciplinare dell'Igp comprende, oltre Pachino, anche Portopalo e Ispica), impegnate in una strenua lotta per sopravvivere alla crisi del mercato. In tutto 1.500 piccole e medie aziende (di cui oltre 400 col marchio di qualità), sulle quali si fonda la sussistenza di almeno 12.000 famiglie, compreso l'indotto.

Il Comune di Pachino, di recente, ha approvato un progetto - "Programma di riqualificazione delle aziende agricole pachinesi" - in cui una parte dei 200mila euro stanziati servirà proprio «per attivare - ci hanno riferito i vertici del Consorzio Igp - i tre agenti vigilatori riconosciuti dal Ministero per eseguire le attività di controllo e di tutela nei punti vendita della grande distribuzione organizzata e nel circuito horeca (alberghi, ristoranti e catering, ndr), per rilevare casi di contraffazione, in collaborazione con l'ufficio repressioni frodi. È diventata questa una priorità strategica visti gli abusi circa la denominazione protetta». Una lotta impari, quella fra produttori onesti e taroccatori globalizzati. Una stima delle Fiamme gialle parla di circa 60 miliardi di euro come "fatturato" dell'agropirateria. Eppure basterebbe un minimo investimento - ad esempio disponibile da quei famigerati 2,1 miliardi di euro disponibili dal Piano rurale siciliano - per lanciare una prima controffensiva a chi invade i mercati con le imitazioni di prodotti siciliani di qualità. L'altra strada da percorrere? «La tracciabilità - ha affermato Corrado Cugno, direttore di Coldiretti Siracusa, parlando degli assalti al pomodoro di Pachino - come garanzia dei consumatori e come sostegno ai produttori contro la politica di sciacallaggio della grande distribuzione».
Fonte: LaSicilia.it il 15-09-2010 - Categoria: Cronaca

Lascia il tuo commento
Cerca su PachinoGlobale.net