«Sei come noi»

«Sei come noi», il convegno dedicato al processo di trasformazione etnico-demografica delle comunità straniere succedutesi in Sicilia e soprattutto a Ragusa la città marinara frontiera dell'immigrazione clandestina.

In occasione della riapertura al pubblico di Palazzo La Pira l'Amministrazione comunale ha organizzato per domani un convegno - dibattito sull'immigrazione dal titolo «Sei come noi». Pozzallo, città mediterranea, è fra i testimoni oculari dell'arrivo di migliaia di disperati, abbrutiti dalla fame e dalla miseria, distrutti dalla guerra, perseguitati. Uomini, donne, bambini, giovani ed anziani senza terra e senza patria, verso i quali il «mondo civile» ha un grosso debito umano. Il processo di trasformazione etnico-demografica delle comunità straniere che si sono succedute in Sicilia negli ultimi decenni, in base ai dati raccolti dalla Caritas nel dossier statistico 2004, può essere diviso in tre cicli. Un primo ciclo va dal 1968 fino alla metà degli anni '80. In questo periodo l'immigrazione straniera si identifica con le poche migliaia di lavoratori nordafricani, i quali, in pratica, vengono a sostituire braccianti e lavoratori comuni siciliani emigrati nel frattempo nel triangolo industriale o all'estero.

Il secondo ciclo migratorio inizia nel corso degli anni '80. Ai nordafricani si affiancano srilankesi e filippini. E' questa la fase della internazionalizzazione della immigrazione clandestina. Il terzo ciclo si colloca invece nella metà degli anni '90 quando fanno la loro apparizione nell'Isola albanesi, cittadini dell'ex Jugoslavia, rumeni, polacchi e ucraini. La loro presenza è consistente e in continuo aumento. Attraverso questi mutamenti la Sicilia, nell'ultimo trentennio, è stata progressivamente meta di transito transcontinentale da una parte e luogo di permanenza di migranti, dall'altra. In base ai permessi di soggiorno rilasciati dalle autorità competenti, la provincia di Ragusa, dopo quella palermitana, ha fatto registrare l'incremento più consistente con 3.284 nuovi permessi di soggiorno. Un dato questo che conferma il ruolo attivo e vivace nell'offerta di lavoro alla popolazione immigrata extracomunitaria svolto dalla provincia iblea. La Sicilia, prima porta di accesso all'Europa, è terra di sbarchi. L'arrivo a Lampedusa, Licata, Scoglitti, Marina di Ragusa, Portopalo, Pozzallo, delle cosiddette «carrette del mare», rappresenta ormai un'emergenza continua.

Nell'anno 2003, secondo i dati del ministero dell'Interno, sono state intercettate sulle coste siciliane 14.008 persone provenienti da 42 Paesi diversi. Sono in maggioranza uomini (12.880), mentre le donne (725) e i minori (403), rappresentano le quote meno rilevanti. Se consideriamo i Paesi di provenienza, troviamo ai primi cinque posti la Palestina (3.479), la Somalia (2.147), l'Iraq (1.656), la Liberia (1.090) e l'Eritrea (1.087). Queste cinque nazionalità rappresentano il 67,5% di tutte le persone intercettate. Provengono da Paesi del Sud del mondo e scappano dalla fame, dal bisogno, da guerre civili e persecuzioni. Aumentare le forze di polizia alla frontiera non serve. Occorre invece incidere con scelte politiche forti sul piano della cooperazione allo sviluppo dei Paesi di provenienza. Intanto, fino a quando non verranno avviate iniziative concrete nei Paesi d'origine, fino a quando questi sventurati continuano ad arrivare da noi, bisogna assolutamente allestire un sistema di accoglienza degno di un Paese civile. Anzichè trattenere i profughi che arrivano in Sicilia in strutture detentive, occorre attivare servizi efficienti per un immediato riconoscimento del loro status. La Sicilia, terra di emigranti, guarda al problema dei clandestini con particolare sensibilità. Proprio dalla Sicilia è arrivato il primo «si» formale alla proposta di concedere agli immigrati il diritto di voto alle elezioni amministrative. Il 6 novembre 2003, l'Ars ha approvato all'unanimità i due articoli del ddl che attribuisce la funzione elettorale attiva e passiva agli immigrati residenti in Sicilia da almeno sei anni.

(M.G.)
Fonte: Metingpot.org/LaSicilia.it il 30-04-2005 - Categoria: Cronaca

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