Senza intoppi la macchina organizzativa dei soccorsi

PORTOPALO - (s. s.) Erano in 250 giovedì scorso e in 25 ieri. Questi i numeri dei clandestini sbarcati sulle nostre coste negli ultimi due giorni. L'avvenimento non è certo nuovo per Portopalo che, si è ormai abituato a vedere donne in stato di gravidanza, bambini piccoli e uomini sporchi, affamati, disidratati ed umiliati. E' proprio l'umiliazione, del corpo e dello spirito, di tutti questi comunemente chiamati "clandestini" ma, semplicemente uomini che, ormai, non tocca più il cuore di nessuno. Il barcone che li trasporta è ogni volta qualcosa che disturba, che infastidisce, le autorità così come i cittadini ma, l'approdo alla terra promessa non è facile. Appena scesi dal barcone i 250 clandestini di giovedì hanno trovato accoglienza, cibo e bevande. I volontari della protezione civile di Portopalo si sono subito adoperati e la macchina degli aiuti, una macchina formata principalmente da volontari, si è messa subito in moto. I clandestini sono stati subito visitati dal dottor Candiano, come spiega Isabella Giardina, una volontaria della protezione civile di Portopalo. "Il dottor Candiano - dice la volontaria - appena i clandestini sono sbarcati ha cominciato il suo lavoro di medico, curandone ben quindici. Tutti comunque erano disidratati e avevano subito colpi di sole. Immediatamente, sono stati trasportati al mercato ittico del paese e lì, è stata accesa l'aria condizionata che ha dato un po' di refrigerio ai clandestini. I bambini sono stati tutti lavati e, a tutti è stato dato da bere e da mangiare. Una volontaria portopalese che possiede un bar, ha subito fatto del latte caldo da dare ai tanti bambini sbarcati.

Erano piccolissimi, alcuni addirittura di pochi mesi. Erano tutti disidratati e quindi, sono stati distribuiti immediatamente dei succhi di frutta e dell'acqua. Successivamente gli immigrati sono stati trasportati al centro di prima assistenza di Pachino". Presenti ieri, così come giovedì, le forze dell'ordine che aiutano i volontari facendo turni di vigilanza. "Appena arrivati i clandestini - spiega il comandante della tenenza della Guardia di Finanza di Noto - sono stati subito visitati ed è stata data loro la prima assistenza. I volontari di Caritas, protezione civile e misericordia, si sono subito adoperati per dare ai tantissimi immigrati il primo sostegno. Dopo, quasi tutti, sono stati trasportati al centro di prima accoglienza della vicina Pachino, altri, causa le pessime condizioni di salute, sono stati ricoverati negli ospedali di Noto ed Avola". La macchina degli aiuti si è messa subito in moto, come sempre, quando arriva un barcone malconcio, straripante di clandestini. Da sempre le nostre coste sono l'approdo di questi "barconi colmi di speranza". E' proprio la speranza infatti, che riesce a dare forza a tutti questi uomini. E' la speranza che riesce a far loro sopportare la fame, la sete, la sporcizia e le intemperie del mare che navigano. E' l'idea di trovare un pasto caldo e un sorriso amico appena scesi dalla barca che, dà loro la forza di non lasciarsi andare allo sconforto. E' però un'amara realtà che li attende dopo essere stati rifocillati. La consapevolezza di dover tornare indietro, la consapevolezza che i loro sforzi non sono serviti.
Fonte: LaSicilia.it il 02-07-2005 - Categoria: Cronaca

Lascia il tuo commento
Cerca su PachinoGlobale.net