Sequestrata una struttura turistica

MARZAMEMI - Nuova bufera sulla struttura turistica da 500 posti letto in costruzione sul litorale di contrada Spinazza, in prossimità del borgo marinaro di Marzamemi. Il costruendo albergo, ieri mattina, è stato posto sotto sequestro dal personale del Corpo forestale. I sigilli sono la conseguenza di una indagine che era stata avviata sei mesi addietro e coordinata dal sostituto procuratore Andrea Palmieri, uno dei magistrati che fanno parte della task force costituita alla Procura di Siracusa per contrastare l'abusivismo edilizio. Nell'ambito dell'inchiesta è stato iscritto nel registro degli indagati il responsabile dell'impresa che sta eseguendo i lavori di costruzione del complesso turistico. In particolare, dai controlli incrociati effettuati dagli investigatori sarebbe emersa una difformità tra il progetto presentato al Comune per il rilascio delle autorizzazioni di legge (e approvato dalla commissione competente) e i lavori in via di svolgimento.

Secondo i primi riscontri sarebbe stato realizzato un piano seminterrato, oltre ai due previsti nel progetto, di cui non esisterebbe traccia nel progetto. La struttura si estende su un'area di circa 10 mila metri quadrati, una parte dei quali ricade sulla zona delle ex saline e che, in fase di approvazione del progetto, suscitò non poche polemiche perchè l'area era sottoposta a vincolo naturalistico. Ogni querelle fu poi spenta per la variante apportata all'estensione della riserva naturalistica con la quale si concesse l'edificazione della struttura. Lo scorso anno un altro ciclone investì il cantiere, quando con una inchiesta della Procura vi furono apposti i sigilli così come al complesso alberghiero nella zona di San Lorenzo per presunti coinvolgimenti malavitosi con ipotesi di riciclaggio di denaro sporco. Poco dopo i responsabili della società riuscirono a far dissequestrare la struttura, tanto è che i lavori sono andati avanti. Risulta invece ancora in corso un'altra inchiesta. Questa volta la vicenda riguarda alcune ditte di movimento terra operanti nel cantiere che non solo avrebbero usato macchine di dubbia provenienza ma che avrebbero anche preteso il «cavallino di ritorno» per la restituzione ai legittimi proprietari. In questo caso però la società di realizzazione del complesso turistico sarebbe estranea ai fatti oggetto di indagine. Il progetto edilizio prevede oltre alla costruzione di un corpo centrale (ristorazione, accettazione etc) e dove risulterebbe il seminterrato illecito, anche di altre palazzine, sempre a due piani, destinate ad alloggi.

maria teresa giglio
Fonte: LaSicilia.it il 21-12-2008 - Categoria: Cronaca

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