NOTO - La legge 328: un punto di svolta per i servizi sociali in Sicilia. E' stato questo il tema su cui si sono confrontati venerdì 13, nell'aula magna del Seminario vescovile, gli amministratori dei nove comuni della Diocesi di Noto, invitati dal vescovo Giuseppe Malandrino, dalla Caritas diocesana e dalla scuola diocesana di formazione socio-politica.
L'incontro è stato aperto dall'intervento di Gaetano Giunta, del laboratorio politiche sociali della Caritas diocesane siciliane, che ha presentato le innovazioni previste dalla legge quadro dei servizi sociali che deve essere applicata anche in Sicilia. Una legge all'avanguardia che intende applicare il principio di sussidiarietà, coinvolgendo nella programmazione degli interventi socio-assistenziali, la cooperazione sociale, l'associazionismo, il volontariato e tutti gli enti che operano nel settore.
Gaetano Giunta ha fatto rilevare la possibilità di passare ad una nuova politica dei servizi socio-sanitari, andando dalla gestione del disagio alla promozione dell'agio, mirando non solo alla creazione di servizi, per anziani, malati mentali, tossicodipendenti, ma anche a sistemi di verifica che ne garantiscano la qualità. La legge prevede anche una programmazione territoriale a livello di comprensorio, chiamando gli amministratori dei vari comuni ad un confronto serrato anche in questo ambito, per la zona sud della provincia di Siracusa, Noto è il comune capofila che dovrà coordinare il tavolo di concertazione da cui dovrebbe nascere la cosiddetta welfare community. Si sono poi succeduti i numerosi interventi di sindaci e assessori dei vari comuni. Il sindaco di Rosolini, Giovanni Giuca, ha ribadito la necessità di operare nella logica di comprensorio che ancora stenta a diventare una prassi operativa nel trovare soluzioni ai problemi delle nostre città.
Il sindaco di Noto, Michele Accardo, ha posto l'attenzione sul problema della mancata integrazione del gruppo nomade dei caminanti.
Rosario Sultana, assessore ai servizi sociali di Pachino, entrando nello specifico della legge 328, si è soffermato sulla necessità di avviare una ricerca accurata per una lettura dei bisogni del territorio, insieme all'urgenza di creare degli staff tecnici in cui gli enti locali lavorino fianco a fianco con quanti a vario titolo operano per la promozione sociale del territorio. L'assessore ai servizi sociali di Portopalo, Michele Taccone ha richiamato l'attenzione dei presenti sul contrasto tra i grandi problemi sociali, tra cui l'immigrazione, in cui è coinvolto il territorio, e la penuria di risorse economiche con cui devono fare i conti tutti i comuni. Su questi problemi sono intervenuti anche i sindaci dei comuni del ragusano. Tutti sono stati concordi nel definire il settore dei servizi sociali, spesso trascurato, uno dei principali ambiti in cui sono chiamati a dare risposte gli amministratori. Giuseppe Vassallo, della Caritas diocesana, ha lanciato la sfida ai sindaci di Noto e Modica, invitandoli ad un confronto che si terrà nel marzo 2003 per verificare lo stato di applicazione della 328.
Ha concluso l'intervento monsignor Giuseppe Malandrino, indicando ai sindaci l'esempio di Giorgio La Pira, ed invitando i governanti a convertire le spese per gli armamenti in spese al servizio della comunità, parafrasando le parole del profeta Isaia «trasformeranno le spade in vomeri». Infine il Vescovo ha invitato tutti i cittadini ad essere soggetti attivi nella ricerca del bene comune, che non deve essere delegata alla sola volontà e capacità degli amministratori.
Fonte:
LaSicilia.it il 15-12-2002 - Categoria:
Cronaca