PACHINO - Giuseppe Campisi non è più il sindaco della città di Pachino. A decretarne la decadenza è stato il Consiglio comunale che ieri mattina, al terzo tentativo (in appena due anni di amministrazione!) ha votato la mozione di sfiducia con 13 voti favorevoli, raggiungendo così il quorum più volte mancato.
La giornata politica si era aperta con le dimissioni del vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Sebastiano Zocco che, all'apertura del palazzo municipale, aveva lasciato l'incarico. Un chiaro segnale che i giochi erano ormai fatti e che di lì a poco la mozione avrebbe incontrato nell'aula consiliare il favore della maggioranza. E così è stato. In apertura di seduta si sono presentati i tredici consiglieri, mentre assenti erano sia il sindaco che la Giunta comunale. Dopo l'appello ha fatto il suo ingresso anche il consigliere Corrado Nastasi. Assenti i sei consiglieri che sostenevano l'Amministrazione. Dopo l'appello il consigliere Tonino Di Stefano dell'Udc ha chiesto la parola e ha dato lettura in aula di una lettera con la quale il segretario provinciale del suo partito, Turi Magro chiedeva le dimissioni del sindaco. Poi ha preso la parola il consigliere Vincenzo Basilico che di lì a poco sarebbe stato il tredicesimo sfiduciante. Il consigliere nel suo intervento ha giustificato i motivi della sua scelta dopo che, per diversi mesi, pur essendo stato eletto tra le file dell'opposizione, ha sorretto la Giunta Giuseppe Campisi prima direttamente con il padre Elio Basilico che ha svolto le funzioni di assessore, e poi mantenendo il suo sostegno politico alla Giunta. Basilico ha parlato di una scelta traumatica per la città, ma di una scelta che ha ritenuto necessaria per porre fine a una serie di veleni sia dentro il Consiglio che fuori, culminate nella aggressione subita dal padre mentre ricopriva il ruolo di assessore.
L'esponente consiliare ha poi definito vani gli sforzi di mediazione che ha detto di avere compiuto, giudicando la situazione venutasi a creare di assoluta ingovernabilità. Successivamente si è passati al voto per appello nominale conclusosi con 13 voti favorevoli e uno contrario, quello del consigliere Nastasi. Assenti invece gli altri esponenti consiliari che sostenevano Campisi. Si è così interrotta l'amministrazione Campisi durata poco più di due anni. Giuseppe Campisi era diventato sindaco il 26 giugno del 2006 alla testa di una coalizione di centrosinistra anomala formata da due liste civiche (Rinascita e Lista Campisi) e da Verdi, Sdi e Margherita.
Non aveva avuto sin da subito vita facile. La crisi era iniziata praticamente subito dopo la prima settimana di amministrazione con aspri contrasti interni. Il primo cittadino allora decise di puntellare la compagine facendo i Ds che erano rimasti fuori dalla coalizione a seguito della decisione dei due candidati al ballottaggio di non fare apparentamenti. Ma la crisi continuò più aspra di prima e a calare furono anche gli indici di gradimento. La coalizione decise di togliergli l'appoggio con le dimissioni di tutti gli assessori, ma il primo cittadino, con un ribaltone, cercò l'alleanza con il centrodestra mutando il segno della sua amministrazione. Una mossa riuscita solo parzialmente, poiché all'appello risposero solo gli esponenti dell'Udc e alcuni consiglieri eletti in liste civiche tra cui lo stesso Basilico. Ieri l'epilogo.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 26-09-2008 - Categoria:
Politica