MARZAMEMI - Consegna ufficiale ieri in municipio, dell'incarico
di progettazione del piano regolatore del porto turistico di Marzamemi. Il progettista che è stato investito del
compito di ripensare il porto Fossa della frazione pachinese, un tempo usato come scalo industriale per la commercializzazione
del vino e con un futuro da porto turistico, è l'ingegnere Giuseppe Malandrino, docente dellíuniversità di Palermo che
ha ricevuto l'incarico dalle mani del sottosegretario
di Stato Nicola Bono e del sindaco Sebastiano Barone. Malandrino è già un veterano nella progettazione di porti turistici, dato che ha già progettato un porto in Corsica ed ha ricevuto l'incarico per quello di Avola. Presenti all'incontro anche il consigliere Antonino Spatola e l'assessore alla borgata di Marzamemi Rotta. "La progettazione di un porto turistico a Marzamemi risulta di grande interesse economico, -ha affermato il
sottosegretario Bono che ha aperto i lavori- ed appare tutt'altro che un surplus. Marzamemi infatti ha una posizione strategica
nel Mediterraneo dato che guarda a sud verso Malta ma anche verso l'Egeo". Lo scalo portuale di Marzamemi potrebbe diventare dunque l'ultimo approdo dell'Europa o il primo per chi da altre
mete volesse venire nei paesi europei.
"La ricchezza ed il valore aggiunto che un porto turistico porta alla località è ingente,
-ha continuato Bono- in media, secondo le statistiche, ogni posto barca comporta un impiego di personale di circa due unità e mezzo, pertanto per un porto di circa 800 posti barca potrebbe
esserci un riscontro impiegatizio di non meno di 2000 persone. Una risorsa in più, -ha aggiunto Bono- per un comune che
non ha una grossa incidenza di disoccupazione ma dove è opportuno creare la diversificazione. In questo il turismo, e
soprattutto il turismo nautico, É una carta che va assolutamente giocata". Il progettista Giuseppe Malandrino, da parte
sua si è soffermato sulla necessità di diversificare l'offerta al diportista e soprattutto ad una tipologia di turismo da alto
livello. La vicinanza con lo scalo aeroportuale catanese e con quello di Comiso potrebbe apportare un elemento in più al lancio internazionale della zona. La struttura, -ha continuato Malandrino- dovrà poi trovare dei finanziatori per la costruzione
secondo il metodo del project financing ossia con quelle che un tempo erano le vecchie concessioni. Lo scalo comunque non potrà mai diventare privato dato che sarà costruito sul demanio marittimo". A tal proposito il consigliere Nino Spatola ha sottolineato anche la necessità di una partecipazione anche del
comune pachinese in una eventuale società che finanziasse la realizzazione del porto in modo da poter controllare anche
le tariffe per il pubblico (che comunque sono sempre correlate all'investimento) e poter essere al corrente della gestione
dello scalo. Il sindaco Barone ha invece sottolineato come l'amministrazione comunale abbia già attenzionato l'area di
porto Fossa. In un incontro con la Capitaneria di Porto è stata individuata con esattezza l'area portuale prima imprecisa ed
a breve èattesa l'opera di manutenzione straordinaria che interesserà lo spiazzo antistante il porto e le testate che sono
state danneggiate dalle mareggiate. Un intervento, quello immediato del genio civile opere marittime teso a mettere in
sicurezza l'attuale struttura. L'area di porto fossa già in passato è stato oggetto di studio anche di privati che in collaborazione con l'università di Bologna hanno elaborato progetti per la trasformazione in porto turistico.
SALVATORE MARZIANO
Fonte: LaSicilia.it il 08-05-2005 - Categoria: Cronaca