PORTOPALO - Affrontare le prossime settimane, e il resto dell'estate, con questa cadenza continua di sbarchi e senza luoghi idonei ad ospitare gli immigrati, non sarà cosa facile. Gli amministratori comunali si chiedono quali possano essere le soluzioni a breve termine, posto che non si potrà continuare a ricorrere agli edifici scolastici. Al porto c'è l'ex caserma della Guardia di Finanza, chiusa da qualche mese. Potrebbe essere questa una soluzione, oltretutto logisticamente comoda considerato che si trova all'interno dell'area portuale. Non si comprende perché non sia stata tenuta in considerazione questa alternativa, prima di ricorrere ad altre. I volontari, impegnati nel primo soccorso, anche ieri notte non hanno fatto mancare il loro apporto. Più volte, in questi giorni di sbarchi pressoché continui, abbiamo parlato di un dispositivo di prima assistenza oltremodo collaudato e che di volta in volta si perfeziona sempre più a partire dalle telefonate ai componenti della squadra operativa della protezione civile (gruppo comunale) che interviene in ogni sbarco. Bene fa il parroco locale, don Palacino, ad invogliare altri portopalesi ad iscriversi alle associazioni di volontariato.
Dal comune intanto tuonano contro Malta, che avrebbe risposto picche alle richieste di soccorso degli immigrati, poi salvati dal peschereccio “Vincenzo Padre”. E' sembrato quasi il “remake” della vicenda del “Cico”, la barca del compartimento marittimo portopalese che nell'agosto del 2002 portò in salvo 151 curdi alla deriva nel Mediteranno, salvo poi finire per due anni sotto inchiesta giudiziaria per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Inchiesta poi archiviata con il completo proscioglimento dell'equipaggio, comandato da Corrado Scala, che nel frattempo aveva ricevuto encomi anche da parte dei rappresentanti della comunità curda in Italia. Tutti i pescherecci che operano nel Canale di Sicilia si mantengono in stato di massima allerta soprattutto nell'approntare gli eventuali immediati soccorsi del caso. Nei prossimi giorni intanto si svolgerà un incontro alla prefettura per fare il punto della situazione riguardante il posto di sbarco. Portopalo di Capo Passero rimane uno dei punti caldi, maggiormente sollecitati dagli sbarchi. Un luogo di “transito”, la prima tappa italiana di coloro che sfidano il mare partendo, quasi sempre, dalle coste libiche.
S. T.
Fonte:
LaSicilia.it il 08-07-2006 - Categoria:
Cronaca